374 CANTI ILLIRICI A kad ga je Mio razumio, Udrio se rukom po koljenu ; Ovako mu tiho besjedio : Ti si, Niko, moja lipa diko! Tisi, brate, xalosna ti maika ! Ranjcm Niko njemu progovara : Ne zovimi od grada likara, Nit mi trosci velika dinara; Neg otigi u dvoru bielomu, I sahrani staru maiku moju. Jednom reje : Jesus i Maria: Drugom re?e : primi, gospe, duscu : Treciom re$e: s’ Bogom ostaj, brate. To izusti, a duscizu pusti. Traduco soli que’ versi dove la varietà è maggiore e più bella. O guerriero (misera la madre tua !) Donde sei tu, di che terra? E chi di tua gente hai? E quando l’ebbe Michele inteso, Si diè della man sul ginocchio; Soave così gli disse: Tu se’ Nico, mio dolce decoro ? Se’ tu, fratello (misera la madre tua!) Nico ferito gli parla: Non mi chiamare medico della città, Nè spendermi di molti danari; Ma vattene nella candida casa, E mantieni la vecchia madre mia. Primo dice: Gesù e Maria. Secondo dice : accogli, Vergine, 1’ anima. Terzo dice: con Dio rimanti, fratello. Questo dice, e l’anima spira. Più semplice in questa lezione, ma non meno affettuoso ed eletto. In tali differenze piccole delle parole del cuore è più originalità che nelle fantasie più diverse.