CANTI ILLIRICI 305 Salta il bano; poi dal petto grida, E richiama quel veltro giallo Ch’ e’ lasci la donna sua. Si slancia la donna a fuggir giù pel monte. 565 Ella voleva fuggire tra’ Turchi; Non la lascia Strainic il bano; Per la destra mano la prese, La conduce presso al destrier bianco, E al destrier salta in groppa. 570 Mette la donna dietro sè sul cavallo, Poi fugge il bano, diritto; Diritto e traverso: Cansa quella turca oste, E giunge nella piana Cruscevo, 575 In Cruscevo dal suocero suo. Lo vede il vecchio Bogdano, E rincontrano i nove dolci cognati: Le braccia aprono, in viso si baciano; Domandansi del bene stare. 580 E quando vede il vecchio Bogdano Offeso il genero, ed il pennacchio, Versa lacrime dalla signoril faccia: Lieto a te il nostro impero! Son dunque al sultano turchi, 585 Son dunque prodi possenti, Da ferire il genero mio, Che qui e lontano oggidì non ha pari? — (361) Lett. dalla gola, a tutta gola. (562) Navreknu : ben più possente : richiama con minaccioso comando. (571) Pobjexe : perfugit. (581) Il turco dice: ferito. Il colpo al turbante indicava che il pericolo stato del capo. (583) Par dica: ben fuggisti nel paese nostro a tale impeto di nemici. (587) Koga danas u daleko nenia. Non posso alla lettera. N. Tommaseo - Canti illirici. 20