244 CANTI ILLIRICI Domanda la madre a Craglievic Marco: Oh figliuol mio Craglievic Marco, Perchè edifichi tu monumenti tanti? O ha’ tu grave fallato a Dio? 5 O hai mal guadagnata ricchezza? — Dice a lei il Prilipese Marco : Al nome di Dio, mia vecchia madre! Una volta ero in terra d’Arabia, E per tempo andai a una cisterna 10 Abbeverare il mio destriero. Quand’ i’ giunsi all’acqua della cisterna, Ecco all’acqua dodici Arabi, lo volevo, madre, fuor d’ordine Abbeverare il mio destriero: 15 Non mel danno i dodici Arabi. Madre mia, s’attacca lite: Io trassi la grave clava, E percossi un nero Arabo: Io uno, me undici; 20 Io due, me una diecina; Io tre, me nove; Io quattro, me otto; Io cinque, me sette; 10 sei, e me sei: 25 I sei mi vinsero, Legaronmi le man dietro, Condussermi al re Arabo: 11 re mi getta al buio in carcere. I’ penai per sett’anni; (4) Ludo, follemente. Ingiustizia è follia: pare il detto degli Stoici. (8) Jednom. Semel, olim. (13) Prima che venga la volta mia. (16) Isvadimo kavgu. Bello che la discordia si scavi fuori, quasi cosa riposta, die si poteva lasciare a suo luogo. Simile moralità, ma men forte, è nell’imagine d'attaccare. Trovar che dire è modo che scusa.