34 vallo del suo vago confessa alla bestia l’amor suo; ed un pastore che ad una pastorella nel bagno ruba la camicia, e la madre di lui li marita; e turche rapite da cristiani; e una che libera il cristiano prigione del padre, e fugge con lui, e in Dalmazia gli si sposa; e altre che si convertono alla fede nostra. In altri gli uomini son lamentati infedeli, o la moglie prepone l’uomo suo alle più care cose. Una moglie al vedere il marito freddo, dà al figliuolo il mazzetto di fiori che rinfrescava ogni sera per farli sbocciare ; e quegli li getta nel concio. Sul Montenegro i canti d’amore cantansi a due: ben più belli che i nuovi rimati sulle guerre recenti contro Turchia. C’è canti per malattie; e sulla peste: per omicidii innocenti. Due fratelli duellanti si riconoscono mentre l’uno è già moribondo; e l’altro s’uccide. C’è canti per sommosse, per odii di popoli o di persone ; per vendette di sangue. Al Ferrich il Muller sulla fine del secolo scorso aveva indiritto l’invito di raccorre e i canti e le tradizioni del popolo con queste sapienti parole, che noi rechiamo con riconoscenza non ¡scompagnata da gioia. Gioia che un Raguseo prontamente abbia risposto all’invito, quando ancora le pure fonti della poesia popolare agl’italiani ingegni eran chiuse. Ulyricum, heroum mater, bellis quidem et magnis olim triumphis claruit. Populi noscendi Tu januam aperuisti. Quam vellem piacerei Tibi, civi optimo, quae in proverbiis expertus es, in reliquis popularium fabulis, cantibus, histo-riarum traditionibus audere; nec, si operosiori ornatui tem-