CRONOLOGIA STORICA no: ritorna davanti Motva, prende per forza la città, fa crocifìggere tutt’ i Greci che vi si trovano e vi stabilisce forte guarnigione. La sua flotta non è così fortunata : i Cartaginesi la sorprendono, rompono una parte de’suoi vascel- li, molti ne incendiano , e spingendosi maisempre più oltre, prendono per tradimento la città di Erice, e s’impadroniscono finalmente di Messina, cui distruggono da capo a fondo : di là Imilconc marcia difilato a Siracusa (3g6). Dionigi fa attaccar la sua flotta presso Catania. Leptino in questo attacco non osserva l’ordine datogli di non dividere punto le sue forze. I Siracusani sono battuti, e in questo solo fatto perdono cento vascelli, e duemila uomini. Imilconc fa entrar la sua flotta eh’ era di ottocento vascelli da guerra, seguiti da un’ infinità di legni da carico, nel porto di Siracusa, intanto che la sua armata terrestre si dispone in battaglia. Magone, uffiziale cartaginese, s’impadronisce del piccolo porto e di quello di Trogile. Imilcone per lo spazio di trenta giorni dando il guasto ai dintorni di Siracusa si rende signore del sobborgo di Acradine , saccheggia i templi di Cerere e di Proserpina, apposta la sua tenda in quello di Giove, e da quest’istante cessa di ottenere alcun buon successo. Cinque galee siracusane predano un bastimento carico di grani diretto ai Cartaginesi. Questi spediscono quaranta vascelli contro quelle galee, ed avanzatasi tutta la flotta di Siracusa si viene a combattimento. La galera ammiraglia di Cartagine è presa con altri ventitré legni: gli altri sono inseguiti sino al grosso della flotta , che non ardisce accettare la pugna. I Siracusani gonfii di questa vittoria si rimproverano gli uni gli altri di tollerare più oltre tra essi la tirannia. Farnazide', spedito dai Lacedemoni, dichiara loro di esser venuto per soccorrere Siracusa e Dio-nigi, e non già per distruggere l’autorità di questo. Dionigi conoscendo ch’era per lui di estrema importanza di procurarsi l’amicizia del popolo, più clic mai vi dà opera. I Cartaginesi stavano sempre intanto ne’ dintorni di Siracusa: una orribile pestilenza s’introduce nel loro campo. Dionigi avvertito del tristo loro stato, li fa attaccare per mare e per terra. La loro flotta sorpresa non oppone