ALTRA BATTAGLIA DI MONTENERO. Langue il canto alla fine, e somiglia più quasi a giornale che a storia. Codesta parte io tralascio. Ma nel prin-pio è poesia. Il giovane spensierato vuol dormire di forza intanto che sopra al suo capo il pericolo rugge: ma la giovane sposa veglia per esso. L’amore è senno e valore. Ella sogna le imagini delle novelle sentite fra ’1 dì. Siamo lontani dal mirabile ; in regione più bassa, ma tuttavia luminosa. La delicatezza dell’affetto in sul primo contrasta efficacemente colle ire ostili che vengono appresso. Il Turco è noncurante e sicuro di sè: teme solo gli scherni de’ prodi suoi s’e’ mostrasse paura. L’imagine sotto la quale egli dipinge la fama, può stare accanto alla lunga personificazione che ognun sa nell’Eneide *). Il dialogo tra la Turca donna e la serva, che le nomina i più valenti tra’ guerrieri nemici veduti dalla torre, rammenta l’Iliade, ed Elena e Priamo **). Se non che nello stato di questa serva innocente è non so che più rispettabile che nella vergogna della fuggitiva regina. La prolissità scema, non toglie, bellezza. Un sogno sognò di Disdaro la moglie, Fida moglie di Disdaro Ciàcupo agà, In Zàbiaca città del confine: C) Libro IV, versi 174-188. (,• Iliadìs, III, 161-242.