DEI RE D’EPIRO 109 per ben sette volte al nemico che dicesi averla altrettante volte sostenuta con molto coraggio. Questo principe fatto accorto in siffatte azioni che si mirava particolarmente alla sua persona, avea avuto la prudenza di dare il suo mantello e le sue armi all’amico suo Megacle. Questa trasformazione benché gli abbia salvato la vita, per poco non gli riuscì funesta, giacché essendo stato Megacle ferito e rovesciato a terra, un cavaliere gli strappò il man-> tello e le sue armi e corse a recarle a Levino : tutta l’armata romana proruppe in inesprimibile letizia, mentre 'la maggiore costernazione, cre- irettoloso tutte le file a capo nudo, e si fa riconoscere da’suoi soldati. Cessa allora 1’ errore; si rinovella la pugna, e gli elefanti col mettere il disordine tra i Romani che non aveano mai veduti siffatti animali decidono precipuamente della vincita della battaglia, in cui i Greci fanno grande carnificina dell’ armata del console, Pirro senza ferder tempo s’impadronisce del campo dei Romani, smem-ra parecchie città dalla loro alleanza, mette a sacco il paese, e s’avvicina a Roma non da lui più lontana che quindici leghe. L’incontro a Preneste del console Tib. Co-runcanio obbliga il re, che si trova tra due armate consolari ad arrestarsi e ritirarsi nella Campania. I Romani inviano sulla fine di quest1 anno ambasciatori a Pirro per trattar del riscatto o del cambio dei prigioni, Fabrizio era alla testa di quest’ambasceria. Il re (fi Epiro consegna ai Romani senza riscatto dugerito prigionieri, e permette a tutti gli altri di andare a Roma, sulla parola che gli dà Fabrizio, eli’essi ritorneranno a Taranto dopo il 7 dicembre ossia alla festa dei Saturnali, caso che il senato non accettasse la pace. 279. La perdita sì ragguardevole che avea fatto la repubblica nella giornata di Eraclea non avea punto abbattuto il coraggio dei Romani, Un’aringa d’Appio decide il senato a ricusare tutte le proposte fatte da Cinea, capo dell1 ambasciata spedita da Pirro, a meno di’ egli non esca affatto d’Italia. Si continua quindi la guerra. Novella battaglia tra Greci e Romani presso la città di Ascolo nella Puglia. Quindicimila uomini dall’ una, e l’altra par- generale. Ma Pirro percorre