436 CRONOLOGIA STORICA Dopo G. C. La Sicilia, accostumata al giogo ilei Romani, non som-ministra più occasione a scene interessanti. Questa docilità fu forse il frutto della predicazione dcll’Evangelio; poiché quantunque non sappiasi nulla di preciso sull’ origine del Cristianesimo in quest’isola, egli è certo ch’essa chiudeva in se sino dai primi tempi dei zelantissimi Cristiani. Gli Atti degli Apostoli ci fanno conoscere che s. Paolo soggiornò tre giorni in Siracusa, e possiam ben presumere che il suo zelo fervente animato dal calore dello Spirito Santo, avrà convcrtito almeno alcuni Siracusani. Senza adottare le storie presso che tutte apocrife dei più antichi martiri della Sicilia, si può inferire dalle persecuzioni sofferte che il Cristianesimo vi era Rorido prima che questa religione divenisse la dominante dell’impero. (69—79 dopo Gesù Cristo.) Sembra che sotto il regno di Vespasiano vi sieno stati alcuni movimenti sediziosi a Palermo; poiché l’imperatore distribuì tutto questo territorio ai soldati veterani, ciò ch’era la punizione ordinaria delle città ribelli. Adriano, giusta le medaglie, viaggiò per la Sicilia e fece del bene ai Siciliani (126 dopo G. C.) Se ne vede una in cui egli è qualificato per Re-stitutor Siciliac. Sotto il debole impero di Gallieno, alcuni ladri si attnippano, e mettono l’isola a contribuzione (261 dopo G. C.); si dura fatica a distruggerli. Essendo imperatore Probo, alcuni Francesi, eli’ erano nel Ponto, s’impadronirono di qualche vascello (280), di cui si servirono per fare alcune scorrerie nella Sicilia; essi saccheggiarono Siracusa, ove fecero grande scempio, e riacquistarono fortunatamente il loro paese. In’ quest’ anno la Sicilia sottomessa a Messenzio gli fornisco un numero considerabile di truppe nella guerra, ch’egli fece a Costantino (3ii). Sotto questo stesso imperatore, i governatori di Sicilia, che si chiamavano proconsoli, pretori 0 presidenti presero qualità di correttori. Si appellavano in greco a-Tfamyoi di là viene il titolo di strauigo (ossia generale), che porta ancora oggi giorno (1787) il governatore di Messina, Lo