DEI RE DI PONTO cola Armenia, che iacea parte del regno di Ponto, e conferisce onori e benefizi! considerevoli agli uffìziali clic si danno al suo partito, in Ritinia Cotta forma l’assedio di Eraclea, e blocca la città dalla parte di mare. La peste e la mancanza di viveri fanno risolvere i comandanti di abbandonar la città a Triario. Essa vien saccheggiata, c i Romani vi appiccano il fuoco dopo di aver trattato con inumanità estrema gli abitatori. Mitridate già più non conservava alcuna forza navale nell1 Asia. L’assedio di Amise durava ancora, e ricomparve Lu-cullo per affrettarne la fine. Ma tutti i ritrovati di Callimaco, P ingegnere più abile del suo secolo, non servono che a ritardare la dedizione della piazza. Frattanto Eupatoria, altra città vicina, è presa per iscalata, e Themiscira cede sotto 1’ azione delle mine. La presa di queste due città favorisce quella di Amise, che vien finalmente da Lucullo espugnata per assalto. Callimaco non trovando altra uscita, vi mette fuoco e si salva sopra un vascello che lo attendeva. Il vincitore vuol arrestare l’incendio, ma l’avara indocilità dei soldati che non pensano ad altro che al bottino attraversa le sue intenzioni; la pioggia però ne preserva alcuni siti. Sinopc non era ancora soggiogata, essendo contenuta nell’ubbidienza verso il re dalla guarnigione cilicia. Lucullo ne forma 1’ assedio. Essa si divide in varie fazioni. I comandanti finalmente si riuniscono insieme per saccheggiarla essi stessi e ritirarsi; ma viene salvata dagli asse-<1 ialiti che ne mantengono le cose pregevoli, restituiscono agli antichi abitanti i beni da loro posseduti, e li rimettono in libertà coin’ erano prima di Famace. La dedizione della capitale del Ponto porta seco quella di tutto il restante del regno, e quella pure di Amise che non avea ancora capitolato. Lucullo prima di abbandonar la campagna regola P amministrazione della provincia d’ A-sia, cui le angherie de’pubblieani aveano ridotta all’estremo stato di miseria e calamità. Le città di Amise e di Siuope per consacrare la ricordanza delle sue beneficenze abbandonano la loro era ordinaria, e improntano le nuove medaglie coll’epoca in cui il proconsole le avea rivendicate a libertà. 70. Tigrane avea fatto cattiva accoglienza al re suo suocero. Lucullo invia perciò un'ambasciata al re d’Armenia, che