330 CANTI ILLIRICI Uno Manuele, e l’altro Niccola, De’ Cralievic e degli Otàscevic, 255 Che mai nessuno gli avanza Dove i Montenegrini all’ onore s’ avventano. — Quando la donna ebbe intesa la serva, Comincia "piano Jacupo ad ¡svegliare, A dargli con la serica pezzuola 260 Per il turco viso e la faccia. Balza Jacupo dal letto in piedi, E comincia a gridare la donna: Che è, donna, (lungo dolore ti spenga!) Che non mi lasci dormire al mattino? — 265 Come che è, signore mio caro? I Serbi si son di Zabiaca insignoriti, Occupata la batteria ed il lastrico, La guerriera torre, la ferrata porta. Se a me, agà, non credi, 270 E tu guarda Milosio l’alfiere Ch’ ha ritta la crociata bandiera Sulle mura, sull’altissima delle torri. — Quando la donna l’agà ebbe sentita, Balza lesto e grida a’ guerrieri: 275 In piè, falchi miei! I Serbi a noi Zabiaca presero. — Poi vola nell’alto aremme Sul più alto munito balcone, E afferra il lucente archibugio 280 (Su cui son dodici rotelle 256) Posctenja grabe. L’onore rapiscono. Anche quello ad essi è rapina, (260) Quanto dispregio in cotesto aggiunto! Lite: lineamenti ; obraz, la faccia del volto. (266) Osvojli: . (274) Poklife : per clamai. (278) Lett. Di guerra balcone. Munita da moenia: onde munire ben s’addice a edifizio, o a parte di quello.