CANTI ILLIRICI 255 S’afferrarono per le forti ossa, E voltolarono per la verd’erba. Abbattesi prode in prode, 185 Musa in Craglievic Marco: Nè può domare Marco, Nè si lascia Musa domare: Rotolaronsi d’un estivo dì fino al mezzo. A Musa bianca schiuma colava, 190 Al Craglievic bianca e sanguigna. Dice Musa il bandito: Stringi, Marco, o eh’ io stringo. — Stringe Craglievic Marco, Ma nulla può fare. 195 Allor stringe Musa il bandito: Schiaffa Marco nella verd’ erba, E gli pesa sul forte petto. Or grida Craglievic Marco: Ove se’ tu, Vila sorella? 200 Ove se’ tu oggi ? Non fossi tu più ! Ah pur falso giurasti, Ovunque in istretta io sia, Che tu mi soccorreresti alla stretta? — Gridagli da una nube la Vila: 205 Perchè, fratello Craglievic Marco? Sgraziato, non t’ho io detto Di non fare in domenica zuffa? Vergogna è, due contr’ uno. m (189) Po-padnula — per-luit. (193) Lett. siede: che vale ogni insistere. (203) Semplice l’illirico biti ancor più che Yadesse de’ Latini, ch’è pure sì bello. (205) Perchè vuoi tu soccorso da me? Prima, non dovevi in dì di domenica attaccare zuffa. Poi, non n’hai di bisogno del mio soccorso; che sarebbe viltà. (206) Voce e di pietà e di rimprovero. Bolan. (208) Na: in.