DEI RE DI MACEDONIA 3ai golfo adriatico, credette Filippo di dover far lega coi primi. sotto i cui stendardi crasi posto gran numero di popolo dopo la battaglia di Canne. Avendo, mediante i suoi ambasciatori, negoziato secretamente con Annibale, gli promise di secondarlo nella sua spedizione. Di tale alleanza però ben presto si accorsero i Romani (V. Cartagine). Filippo fatti tutti gli apprestamenti, onde trasportar le sue truppe in Italia, e postosi alla vela, s’impadronisce di Oricco, clic gli vien ritolto all’ indomani per avervi lasciata troppo debole guarnigione. Sembrava stargli più a cuore l’assedio di Apollonia; ed era già entrato nella città senza che se ne fosse accorto il nemico, da lui diviso pel mare. Ma mentre i Macedoni credevano poter riposare nella maggiore sicurezza, Nevio generale romano sorprende il campo del re. Fugge ognuno metà addormentato, metà nudo: tremila sono uccisi o fatti prigionieri, e Filippo stesso durò fatica a raggiungere i suoi vascelli. Nel suo trambusto egli non vide altro espediente che di appiccare il fuoco alla sua flotta, e di ritornar per terra in Macedonia. Questo principe in cui si aveano ammirate molte di quelle qualità che formano un gran re, non mostrava più da qualche tempo che i vizj ad esse opposti. Altero, ingannatore, dato alla gozzoviglia, insensibile all’onore ed alla riputazione, non conosceva altra regola di condotta che il suo interesse e le sue passioni. Perchè Arato gli fece delle rimostranze di questo vergognoso cangiamento, egli ebbe la barbarie di far avvelenare il grand’uomo (217) ch’era allora per la 17.a volta pretore degli Achei (Plut. Vita dì Arato). 211. Malgrado però le sue sregolatezze Filippo nulla perdette del suo valore. M. Val. Levino, pretore dei Romani presso la Grecia, avea fatto alleanza cogli I toli a nome della sua repubblica. A questa nuova Filippo si mette in marcia contro di lui per fargli guerra. Levino era allora davanti ad Anticira, città di Acaia nella Focide, di cui si rese padrone al principio di primavera. Gli Etoli sotto la condotta di Fisias, e del re Attalo s’avanzano contro Filippo; ma questi dopo di averli due volte battuti, gli obbliga a chiudersi entro le mura di Lamia, e si reca po- Tom. III. 21