376 CANTI ILLIRICI E la destra mano s’allenta; E dice alla sua compagnia : (Dice, vadano a domandargli s’ egli ha parenti e di che stirpe sia. E’ ritornano con l’amara risposta): Milivojo, ahi capitano nostro, Che hai oggi tu fatto mai di te stesso ? Ch’hai morto Meriano il fratei tuo! (Egli accorre e sul fratello s’ uccide). Con onore i fratelli ambedue seppellirono: Co’ fucili la fossa scavarono, Con le coltelle la bara fecero: Le mani con le inani intrecciarono. Più selvaggio in questa varietà suona il canto: ma più poetico. Il cenno alla mirabile Vila; Io scongiuro all’arme sorelle dell’anima sua; il dolore del capo e la fiacchezza del braccio che seguono al misfatto ; un fratricidio venuto come per pena degli altri fratricidi tanti commessi in quella vita di sangue; i banditi messaggieri; la bara scavata al compagno colle armi tante volte bagnate di sangue, trasportano il pensiero in regione più alta. Hrani Majka dva sina nejaka: Jedno jeste sine Milivoje; A drughi je sine Meriane ; Milivoje od sedam godina, A Meriane u zlatnoj kolivki. Kad Milivoj do konja uzraste, Nu.do konja i do britke sablje, Eto njega u goru zelenu, Harambasca od devet hajduka. Kad Merian’ do konja doraste, Otisca je u meanu ladnu, Odi no Turzi zernu kafu piju. Oni su se mladi poko?kali, Megju nijma zulum Ufinili: Ko se kune sekom a ko s’ bratom. Seke nema ni brata Meriane,