CRONOLOGIA STORICA patte per la Numidia ( 108) e comincia dal ristabilire la disciplina nelle truppe. Giugurta, informato del suo arrivo e soprattutto delia sua integrità, pensa seriamente a capitolare. Metello, non avuto alcun riguardo alle proposi-oni de’suoi ambasciatori, s’avanza ili buon ordine verso ? ucca, la più ricca città commerciale che vi fosse in Nu-midia, e se ne impadronisce. Giugurta si determina allora li combattere. Essendosi la sua armata e quella del i ràco scontrate presso il fiume Mutimi, egli dà il segnale della battaglia, il cui esito rimane lunga pezza dub->i -o. Alla fine del giorno, i Numidi perdono il terreno, soi sbaragliati, nè salvano la vita che con una fuga precipitosa favorita dalla cognizione de’luoghi. D’altra parte Rutilio rompe un distaccamento di Africani comandato da Bomilcare, prende quattro elefanti, e quaranta ne ammazza. Le boscaglie, e la notte preservano i vinti dalla spada del vincitore. Dopo questa doppia sconfitta del nemico, il generale romano incessantemente avanza nella Numidia, n ni più combattendola devastandola campagna, riducendo in cenere le piazze mal fortificate o mal difese, e met-tendo a fil di spada tutti gli uomini in istato di portar l’armi, riducendo gli altri alla schiavitù. Giugurta stesso non si disfendeva più che colle astuzie, colle sorprese e con colpi di mano, che affaticavano il nemico, lo rovinavano a poco a poco, e ritardavano i suoi progressi. Metello che desiderava un’ azione definitiva, si risolve finalmente a far l’assedio di Zama, uno dei più forti baluardi della Numidia; ma il valore degli assediati rende inutile quello degli assediatori, e il console obbligato a levar 1’ {assedio e dar alle sue truppe quartieri d’inverno, cerca dell’armi più efficaci che non erano state fin allora le sue, e le trova nella perfidia degli amici del re. Gli riesce di corromper Bomilcare, il congiunto, e confidente di Giugurta, eli era fugito da Roma dopo aver assassinato Massiva. Il re ingannato da questo furbo, consegna al console le sue genti e le sue armi. Ma quando poi trattasi di affidare anche la sua stessa persona a Tisidio, si pente dell’assenso dato da lui al trattato, risolve di ripigliar l’armi, e rivendica quanto questo trattato gli avea fatto perdere inutilmente. Gli abitanti di Vacca, sempre ver-