DELLA SICILIA 4o3 399. Colla mira di scacciare dalla Sicilia tutt’ i Cartaginesi, Dionigi fa apparecchi analoghi a così vasta intrapresa: egli si provede di quanti soldati abbisognavangli, dando loro grossi stipendii, e pone tutto in opera per cattivarsi il cuore de1 suoi sudditi e per non essere traversato dai suoi vicini. E per legarsi più strettamente con essi, domanda agli abitanti di Reggio una delle loro concittadine in matrimonio. Essendogli stata offerta quella del tiranno, i Locrii gli accordano Dori, figlia di Exeneste, uno de’più illustri loro compatrioti!, dietro il rifiuto di Aristide, intimo amico di Platone, che dichiarò amar meglio di veder morta sua figlia che sposa a un tiranno. Vengono nello stesso giorno celebrate in Siracusa le nozze del principe con Dori ed Aristomaca figlia d’Ipparirio, il più distinto tra i Siracusani (398). Dori ebbe il vantaggio di dar la prima a suo marito un figlio. Sua madre caduta in sospetto d’impedire con maleficii ad Aristomaca di ingravidare, fu messa a morte per ordine di Dionigi. Cotest’A-ristomaca era sorella di Dione, il più degno discepolo di Platone. Il credito di sua sorella divenuta madre, e il conosciuto suo merito gli conciliarono la stima e la confidenza di Dionigi negli affari più importanti, quantunque egli non dissimulasse l'odio che portava alla tirannia. Voi regnate, diss’egli un giorno a questo principe, c si si affida in voi a causa di Gelone: ma a causa di voi non si si affiderà più a veruno. I discorsi del filosofo non fecero però sullo spirito del tii*anno l’impressione ch’egli se ne riprometteva. 397. Ultimati tutt’i preparativi di guerra, Dionigi manda a significare alla repubblica di Cartagine che i Siracusani gli dichiarerebbero guerra, se essa non restituisse la libertà a tutte le città greche di Sicilia. Cartagine, quantunque ridotta dalla peste a compassionevole situazione, si decide d'impiegare tutte le sue torze per la conservazione di ciò che possedeva in Sicilia. Dionigi tenendosi sicuro della coopcrazione di parecchie città, comincia l’assedio di ftlotya, e ne dà la condotta a suo fratello Leptino. Ciò fatto va egli stesso coll’armata di terra ad attaccar le piazze degli alleati di Cartagine, che quasi tutte si arrendo- \