CRONOLOGIA STORICA migliori amici. 1 Macedoni stanchi delle continue spedizioni militari del loro novello re, e sollecitati da Lisimaco, abbandonano Pirro, che si ritira di per sè stesso dalla Macedonia dopo avervi regnato sette mesi, e ritorna in Epiro colle sue truppe, e con quelle de’suoi alleati. 280. Pirro, che comportar non poteva il riposo, accoglie di buon grado la proposizione che a lui fanno i Tarantini e tutt’ i Greci d'Italia, di dargli il comando delle loro truppe, onde unite alle sue far guerra ai Romani. I saggi discorsi di Cinea il tessalo, discepolo di Demostene, e il maggior oratore del suo secolo, 11011 possono moderare la sua avidità per la gloria. Egli s’imbarca avanti 1’ aprirsi di primavera sul mar Jonio per l’Italia. Appena ^giunto in alto mare sospinto da impetuoso vento di nord, approda alle spiagge d’Italia con infiniti stenti, e grandissimo pericolo ; il rimanente della squadra non può tenersi in rotta. Egli però continua la sua; ma sopraffatto da un vento di terra che minaccia di far rompere la sua galea, si getta nuovamente in mare co’ suoi amici e le sue guardie, e lotta una parte della notte contro i venti e i marosi, quando all’indomani abbonacciati i flutti, viene spinto a terra, debole ed abbattuto di corpo, ma sempre grande e invincibile di coraggio. I Messapii gli oflrono tutt’ i soccorsi che stavano in loro potere, ed egli raccoglie quant’ era scappato al naufragio, e marcia verso Taranto, obbligando quegli abitanti a lasciare la lor vita molle ea oziosa, prender 1’ armi, ed assoggettarsi alla militare disciplina. Pirro, sentito che il console Levino si avanzava contro di lui con poderosa armata, si mette in campagna prima del mese di luglio colle poche truppe che teneva, giacché i suoi alleati non erano ancora arrivati. Le due armate si scontrano quando quella dei Romani avea già tragittato la riviera di Siris non lungi da Eraclea. Pirro dà battaglia e combatte in persona colla maggiore intrepidezza di un eroe, obbliando però eh’è dovere essenziale di conservar colui da cui dipende tutto il destino di un’armata. Questo obblio gli avrebbe costato la vita se non era un Macedone chiamato Leonate, che uccise un cavaliere romano il quale stava per menare al re un colpo estremo. Scappato da questo pericolo Pirro dà la carica