104 CANTI ILLIRICI (Vengano a sentire a chi egli lasci l’impero). Trovarono il Sire in vita. Presso lui tutta la Signoria s’adunò: Ci viene e Vucassino re. 10 Solleva il Sire dalle seriche coltrici, Lo china sul suo serico seno, E sopra lui grandi lagrime versa. Riguarda il serbo Sire Stefano, Riguarda tutta in giro la Signoria, 15 Riguarda; poi dice: Dolce compare, Vucassino re, Ti raccomando il mio ’mpero, E raccomando tutte le mie città, E raccomando tutti i miei capitani 20 Per tutto in giro il mio impero; E raccomando il mio piccolo Urosio In culla, di quaranta dì. Impera, compare, per sett’anni; L’ottavo cedi al mio Urosio. — 25 Or dice Vucassino re: Dolce compare, Serbo Sire Stefano, Non è per me l’impero tuo. P non posso, compare, imperare, Perch’ i’ ho un figliuol caparbio, 30 II figliuol mio, Craglievic Marco: Ovunque va, non chiede licenza; (1J) Prisloni: adclinat, reclinai. (12) Orarne. Virg. Outtisque humectat grandibus ora. [Aen., XI, 90). Ma qui le grosse lagrime del futuro usurpatore son belle; e ¡storiche lagrime. (13) Il quadrisillabo: pogleduje, dipinge il tardo volgere degli occhi stanchi: così ripetuto tre volte nel princìpio del verso. (19) Voivodi. (23) Zaruj. (29) Samovoljna. Famìgliarmente capone, o di suo capo. (31) Lett. Non chiede a nessuno (intendi : a me).