DELLA REPUBBLICA DI CARTAGINE /i9r> Bea, o Pliamea, mandano a vuoto tutte le operazioni dei Romani dirette contro i Cartaginesi. Ma questi perdono ben tosto Phamea che si dà al partito dei Romani. I Cartaginesi nonostante riportano diversi altri vantaggi sopra i Romani comandati dal console Calpurnio Pisone, gli obbligano verso la fine della campagna a levar l’assedio d’ip-pozaryto, e rallentano l’ardore di quelli che facevano I’ assedio di Cartagine. Fallisce una negoziazione intavolata tra i Cartaginesi ed Andrisco, re di Macedonia. Un tal Bithya avea loro avventurosamente condotto un rinforzo di ottocento cavalli, ma questo non impedì a Mancino, luogotenente di Pisone, di prender Megara che faceva parte della città di Cartagine e di obbligar quelli che la occupavano a ritirarsi in un’ altra parte chiamata Byrsa. Asdrubale indispettito per quest’ avvenimento fa avanzare sulle mura quanti v’ erano prigionieri romani, e gli dà in balia ai più inumani trattamenti, onde togliere agli abitanti di Cartagine .ogni speranza di accomodamento. Scipione Emiliano fa lavorare giorno e notte nell’assedio. In ventiquattro giorni le operazioni ne sono stabilite. I Cartaginesi dal loro canto nulla obliavano per loro difesa. Finalmente il ventesimo sesto giorno si viene ad un attacco lungo ed ostinato, ma che nulla decide. 11 ventesimosettimo nc ricomincia un secondo, il quale dura sino a notte ben prodotta, e termina colla presa di alcuni posti vantaggiosi che i Cartaginesi sono costretti di abbandonare ai Romani. Scipione occupa il restante della campagna ad impadronirsi di tutte le piazze forti ch’erario ancora in potere dei Cartaginesi, e fornivano viveri a Cartagine. Durante l’inverno (147) ed il gran freddo tutta l’armata Cartaginese di ottantamila uomini viene tagliata a pezzi o fatta prigioniera nel difender Neferi, il cui assedio durato aveva per ventidue giorni. Appena quattromila uomini giungono a porsi in salvo, le fortificazioni del porto chiamato Codione son ro-vinate; Byrsa 0 la cittadella, attaccata nello stesso tempo, ed indebolita per fame non può più resistere. Quelli che l’occupavano avanzandosi in atto supplichevole, domandano soltanto la guarentigia di vita per coloro che volessero uscire. Accordata loro da Scipione l’inchiesta, Asdrubale si dà in persona in poter dei Romani. Sua moglie anzi