ij CRONOLOGIA STORICA sembrava muovere |>iù ila gelosia clic da alletto pel suo genero. Cloilio capo ili quest ambasciata'domanda al principe armeno senza ambage di consegnargli Mitridate. Ti-grane apertamente rigetta la inchiesta, e Mitridate da questo momento vien trattato in modo allatto differente. Dopo venti mesi da eli’ egli avea soggiornato nell’ Armenia custodito più da prigioniero die da ospite a cui voglia rendersi onore, viene ammesso alla corte di suo genero, e conclude secolui una lega. (xj. Lucullo forma sul momento il progetto di portar la guerra ili Armenia. Yi si reca egli stesso con due legioni soltanto, passa l’Eufrate, valica il monte Tauro, e traversa la Serena, ove riceve forti soccorsi dagli abitanti della Gordiana. Tigrane sorpreso dell’avvicinarsi dei Romani, disprezza il consiglio del suocero, perde la sua capitale, e non può essere di alcun vantaggio a Mitridate. I due re si ritirano sul monte Tauro. Colà chieggono alleanza al re de’Parti, che pur dai Romani veniva sollecitato ad unirsi seeo loro. Arsace si determina per la neutralità, ed il proconsole per fargli guerra. Questi però si trova obbligato dall’ ammutinamento de1 soldati a marciar subito contro i re di Ponto e di Armenia, che avevano approfittato degl’ indugi occasionati dalle negoziazioni pei riparare alle loro perdite, e mettere in piedi un’ armata di settantamila uomini di fanteria, trentaeinquemila cavalieri, e dei carri armati di laici, cosa sino allora ai Romani sconosciuta. Quest’ armata postasi in campagna verso la metà della state, non si diede fretta per altro di venire alle mani. Il proconsole trae i due re sulle sponde del li lime Arsania e gli sconfigge entrambi, ma P avvicinarsi della cattiva stagione separa le due armate. Mitridate ritornando nel Ponto, si getta all’improvviso sopra un distaccamento di Romani comandato da Fabio, e gli uccide cinquecento uomini. Il pretore vuol ricattarsene, ma è tradito da un corpo di Traci ausiliari, che gli corrompono anche i liberti, dei quali avea reclutato la sua truppa, e tutt’i Romani sarebbero caduti vittime di questa fellonia, se non fosse avvenuto il pericolo del re di Ponto che rimase colpita d’una freccia sotto all’occhio e gravemente ferito la gamba «1 il ginocchio da due tirate di pietre. Tutta Pannata