4?8 CRONOLOGIA STORCA loro corna. Cotesti animali tosto spaventati c poscia scalfiti sino al vivo dalle fiamme, divengono infuriati, si sperdono nel bosco, ed appiccano il fuoco ovunque passano. I Romani non sanno che cosa comprendere di queste vampe che vengono ad essi avvicinandosi c minacciano avvilupparli. Ognuno abbandona il suo posto o per fuggire o per incontrare il pericolo, e in tal guisa si fa libero ai Cartaginesi il varco. Essi escono dalla Campania sulla fine del mese di settembre, raggiungono a stento le frontiere del Sannio, ed accampano a Geriene nella Puglia. Minuzio, che comandava in luogo di Fabio, richiamato a Roma, attacca i foraggieri cartaginesi, ed ottiene sopra Annibaie alcuni leggieri vantaggi. Ma questi n’è ampiamente risarcito dall’intera disfatta di Minuzio, la cui armata tutta, senza il ritorno di Fabio, sarebbe rimasta tagliata a pezzi.- Gli affari dei Cartaginesi non procedevano così felici nella Spagna e nell’Africa. 11 Generale Scipione trionfava degli alleati di Cartagine. Gli llergeti perdevano Atenagia lor capitale. Gli Ausitani difendevano la propria situata sulla sponde dell’Ebro, ed un assedio di trenta giorni non aveva potuto soggiogarli. Ma dodicimila Spagnuoli venuti in loro Soccorso perdettero la vita in un’imboscata tesa ai Romani, ovvero furono volti in fuga. Amilcare VII, che costeggiava la spiaggia dell’Ebro con una flotta di quara-ntacinque vascelli di linea e dieci galee, quantunque sostenuto dall’ unione di Asdrubale, non poteva resistere ai Romani, i quali dopo pugna sanguinosa l’aveano disfatto e toltegli trentacinque galee. Servilio con una squadra di cento e venti vele, dava la caccia alla flotta dei Cartaginesi nella Sardegna, le impediva di poter raggiungere Annibaie, ed era giunto felicemente nel porto di Lilibeo, dopo aver posto a contribuzione, eammin facendo, la piccola isola di Carcina sulla spiaggia dell’ Africa, e quella di Cossiro poco lungi di Cartagine. In questo mezzo Scipione trae partito dalla ultima sua vittoria, assedia, prende e adegua al suolo Onosca, devasta tutto il paese che accerchia Cartagine, saccheggia l’isola d’Ivica senza poter soggiogarne la capitale, e viehc nonostante a trattativa cogli abitanti, e con quelli delle altre isole Baleari.