DELLA SICILIA 4 o5 veruna resistenza. La maggior parte delle loro galee sono infrante o colate a fondo: quaranta di esse eli’erano all’ ancora sono incendiate , e il fuoco comunicasi ai vascelli da carico che n’ erano vicini . Dionigi ordina a mille stranieri, dei quali trovavasi malcontento, di attaccare l'armata di terra. Essi cominciano l’attacco, durante il quale ei gli abbandona e son tutti uccisi. Quattro giorni dopo, Imilcone ottiene da Dionigi mediante trecento talenti, il permesso di ritirarsi con quaranta vascelli carichi di soli Cartaginesi. I Siciliani, alleali di Cartagine, vedendosi abbandonati depongono l'armi, e domandano quartiere. I soli Iberi offrono di capitolare. Dionigi li prende al suo soldo: tutto il rimanente è fatto prigioniero. Imilcone di ritorno da una spedizione, la quale avea costato a Cartagine la vita di cencinquantamila uomini, si chiude nella sua abitazione, c quivi si lascia morire di fame. 3()4- Dionigi, sempre inquieto per la sua sicurezza, scaccia le truppe straniere e ne prende altre al proprio servigio. Dopo aver ristabilita e ripopolata Messina, assedia Tauromenio. L’assedio dura tutto l’inverno, ed è per costare la libertà e la vita a Dionigi che è finalmente costretto a levarlo. Gli Agrigentini, e i Messinesi allora, abbandonata la sua alleanza, ripigliano la loro indipendenza, e discacciano pur coloro cui credono troppo attaccati al tiranno. Dionigi per accreditare questo sospetto risparmia le terre di quelli, e invia anche secretamente a Messina un soldato per recar loro denaro. Vengono essi arrestati, e credono dover punire questi pretesi traditori; ciò che apre il campo ad una sedizione, di cui giovandosi Dionigi per impadronirsi della città, si compiace di aver saputo unire l’astuzia alla forza. 393. I Cartaginesi riavutisi dalla costernazione in cui gli avea gettati il cattivo stato de’loro affari, inviano in Sicilia Magone a praticare delle scorrerie sulle coste di Messina. Dionigi gli marcia contro. I Cartaginesi sono battuti, e lasciano ottocento uomini morti sul luogo: gli altri ritiransi ad Abacene. Il tiranno ritorna in Siracusa, donde partito poco dopo con una flotta di cento vele, si