CANTI ILLIRICI 209 (Marco lo rimprovera : ed egli promette che nella notte destinerebbe la donna a nuovi oltraggi ; e invita il Calogero a bere). . Bee Marco siccome suole. Dicegli Nino de’ Lanci: 130 Malannaggia, Calogero padre! Lo bei pur bene il fresco vino! Come se fossi della razza di Marco. — Craglievic Marco a quello risponde: Iddio ti perda, Nino signore. 135 A che lo spento Marco rammenti? Ecco oggi una settimana di tempo, Con la mia mano i’ l’ho sotterrato. — Quand’ode Nino de’ Lanci, La temperata spada prese 140 Che vale un’imperiale città, E le dà a Cralievic Marco. E Nino a Marco parlò: Presente a te, Calogero padre, In mancia di quel che m’hai detto. 145 E bei vino quanto a te piace. — Poiché di fresco vino si dissetarono, Chi salta, chi canta: E il Calogero a Nino disse: È egli lecito, Nino signore, 150 Ch’io balli adagino, alla fratina? — Dicegli Nino de’ Lanci: Balla, padre, quanto a te piace: Solo non voler attaccare baruffa. — Balza Marco di terra in piè: 155 Salta Marco per la candida torre; Tutta la torre da’ fondamenti trema. E Nino a Marco disse: N. Tommaseo - Canti lilirici. 14