D2	CRONOLOGIA STORICA
la mira di farsi padroni della Caria. Artemisia, vedova di Mausolo, ordina agli abitanti di Alicarnassò , ove approdar dovea questa flotta, di mostrare ai Rodii della disposizione ad arrendersi. Questi mettono piede a terra senza contrasto, penetrano nella piazza e lasciano deserti i loro legni. Allora la regina fa introdurre le sue galee in un canale che avea fatto a bella posta aprire, entra nel gran porto, s’impadronisce dei vascelli nemici, vi mette a bordo i suoi soldati, dà nuovamente alla vela, e prende il cammino per Rodi. I Rodii entrati nella capitale della Caria vengono tutti trucidati. Artemisia giunge frattanto a vista di Rodi sopra vascelli coronati di alloro. Gli abitanti credono che sia questa la lor flotta vittoriosa (352) e la regina di Caria senza trovarvi resistenza, si rende tranquillamente padrona di Rodi. Ella vi fa morire i pii-marii cittadini, come autori principali della spedizione contro Caria, e fa innalzare nella metropoli di Rodi un trofeo di sua vittoria con due statue di bronzo, di cui 1’ una simboleggiava la città di Rodi, e l’altra Artemisia che con un ferro rovente accennava a questa città. I Rodii in tal guisa sottomessi, e umiliati implorano secretamente la
firotezione degli Ateniesi. Demostene fece in quost’occasione a famosa aringa intitolata Per hi libertà dei lìodii. Mercè l’impressione che quest’allocuzione produsse Siilo spirito degli Ateniesi, o in conseguenza della morte di Artemisia (351) la quale avvenne poco tempo dopo essersi ella fatta padrona di Rodi, i Rodii ricuperarono la loro libertà. No-v’ anni dopo quest’ avvenimento (34o) Filippo intraprese l’assedio di Bizanzio, ma i Rodii coi loro alleati vi spedirono truppe le quali costrinsero il re di Macedonia a conchiuder la pace. Essi però entrando a parte di quella confidenza cui professavano gli Ateniesi e gli altri Greci ad Alessandro il grande (335), rimettono di buon grado nelle mani di questo conquistatore le loro città e i loro porti. Il macedone attesta ad essi molt’ amicizia, e maggiore considerazione che per qualunque altro popo-
lo	della Grecia (3a4). Ma alla sua morte, essi prendono le armi, discacciano le guarnigioni macedoni, e si restituiscono un’ altra vslta a libertà. Alcuni anni dopo (315) una terribile inondazione minaccia di sommergere