DELLA REPUBBLICA DI ATENE *a7t in una guerra rovinosa con questa repubblica da cui essa finalmente venne assoggettata al giogo dopo lunga c vigorosa difesa. Cimone in mezzo a queste dissensioni, viola il suo bando per venire in soccorso degli Ateniesi (457), disposti in ordine di battaglia presso Tanagro per difendere i I'ocei, loro alleati, contro i Dorii protetti dai Lacedemoni. Ma divenuto sospetto a’ suoi concittadini, è costretto di ritirarsi dopo aver esortato la sua tribù a mantenere nella pugna la gloria della patria. Appena allontanato, sente che gli Ateniesi vilmente abbandonati dalla cavalleria tessala, sono stati battuti dai Lacedemoni dopo esser periti nell’azione sino all’ultimo. Ma due mesi dopo gli Ateniesi si ricattarono della loro sconfitta con una delle più memorabili vittorie da essi riportate sui Lacedemoni, i quali erano rimasti a Tanagro, benché senza il soccorso di veruno de’ loro alleati. Mironide, generale dei vincitori, soddisfece alla loro vendetta distruggendo la città di Tanagro, onde punirla del suo attaccamento ai loro nemici. Tolmide (456) che comandava la flotta ateniese, non segnalò con minori prove la sua abilità contro quella di La-cedemonia, cui incendiò nel porto di Gizio; dopo di che avendo piombato sulle terre di Corinto, disfece in una battaglia i Sirionii. Di là veleggiando verso il mare di Jonia, s’impadronì dell’isola di Zacinto, e Cefalonia: poscia ripassato in Beozia, vi fece de’ nuovi conquisti. Dal-l’altra parte, Pericle entrato nel golfo di Corinto con cinquanta vascelli, e mille uomini soltanto, sottomise agli Ateniesi la Locridc, e PAcarnania (Diodoro l. XI). Cimone stavasi sempre in esilio. Pericle, autore di questa sciagura, si lece un punto d’onore di farlo ridurre alla durata di cinqu’ anni con un decreto da lui stesso dettato. Il primo frutto del suo richiamo fu la riconciliazione delle repubbliche di Atene e di Lacedemonia, che per le sue sollecitudini fu ft#inata pel corso di cinqu’anni (45o). Conoscendo il carattere degli Ateniesi nemici del riposo, gl’indusse a volgere le loro armi contro i Persiani, e postosi in mare corr una flotta di dugento vascelli, la condusse verso l’isola di Cipro. Ma Amirteo, successore d’Inaro re d’Egitto, avvisato del suo disegno, ottenne da lui una squadra di settanta vascelli per difen-