D’ALESSANDRO IL GRANDE 3o3 -farsi credere figlio di Giove Aminone si avanzò attraverso ardenti sabbie sino nella Marmarica, ov’eravi il tempio di questa Divinità. I sacerdoti che lo servivano già avvertiti dell’oggetto di questo viaggio, non istettero in forse di dare a questo principe l’origine cui egli voleva attribuirsi. Olimpia sua madre, alla quale comunicò quest’avvenimento, ingegnosamente se ne lagnò seco, onde fargli sentir il ridicolo della sua vanità, dicendo eh’ egli in questa forma voleva prenderla con Giunone. Di ritorno nel basso Egitto, contemplando questo paese maravigliò come essendo irrigato dal Nilo, e situato tra il mediterraneo e il mar rosso, ,. .1 . mancasse esso di porto per mantenere il commercio coi regni stranieri. Determinato di colà stabilire il fondaco dell’universo, fece costruire (331) sulle spiaggie del mediterraneo di faccia all’isola del Faro, una città che dal suo nome venne chiamata Alessandria. Una colonia macedone ivi da lui stanziata , la pose ben presto nel novero delle più opulenti città del mondo. Mentr’egli era in Egitto, la morte colse Statira moglie di Dario. Alessandro che non avea mai voluto vedere questa principessa di rara bellezza per timore di rimaner ammaliato dalle sue attrattive, le fecc celebrare i più magnifici funerali, e si recò egli stesso a trovar Sisigambi , madre di Dario, per consolarla di questa perdila. Dario commosso da tanta generosità, domanda al cielo che se l’impero deve uscire dalla sua famiglia si trasferisca nel suo nemico. Deputò nello stesso tempo ad Alessandro per rinnovargli la proposizione che gli avea già fatta di lasciargli in suo potere tutte le provincie situate tra l’Ellesponto c l’Eufrate, a cui egli aggiunse l’offerta di somma considerabilissima in denaro. Alessandro già fermo di spogliar Dario interamente rigettò le sue proposizioni, e si mise in marcia per finire il suo conquisto. Passato il Tigri raggiunse il nemico presso un villaggio chiamato Gau-gamelle non lungi dalla città di Arbella. Fu là che con cinquantamila uomini egli trionfò in aperta campagna (i) di un’ armata di più che secentomila, di cui la metà (l) Il primo oHdire 33i, secondo Petali, Calvisio eco. ( Eitit■)