DEI LA SICILIA 393 cevere i vascelli Ateniesi, e questi ritornano in Catania, saccheggiando nel loro passaggio le spiaggie di Siracusa. Mal accolti dagli Imerii, essi passan oltre, e mettono a sacco la piccola città d’Iceara, ove trovano cento e venti talenti, e la famosa Laide clie fu tratta , e venduta nel Peloponneso. Nicia, uno dei generali Ateniesi, si reca ad Egesta, donde riporta trenta talenti all’armata, e mette l’assedio dinanzi ad Ibla. Ma senza poter prenderla ritorna a Catania, ove un terrazzano dà ai Siracusani il falso annuncio che gli Ateniesi ogni notte abbandonavano in gran numero il loro campo per recarsi in Catania: che se i Siracusani piombassero con tutte le forze loro, sarebbe ad essi facile di sorprendere il campo nemico , mentre quelli di Catania, impadronendosi delle porte, arresterebbero tutti gli Ateniesi che si trovassero nella loro città e metterebbero il fuoco alle galee. I generali di Siracusa prestano fede a tale rapporto, marciano coi Selinuntini e gli altri loro alleati verso Catania, e vengono ad accampare sul territorio dei Leontini. Gli Ateniesi imbarcatisi lo stesso giorno per venire ad attendarsi presso Siracusa in sito vantaggioso loro indicato, sbarcano senza trovare alcìin nemico, e si mettono al coperto da insulti. Il giorno dopo presentatisi i Siracusani a battaglia, iNicia accetta la disfida e sorte dalle trincee. La pugna rimane lunga pezza indecisa. Finalmente i Siracusani si lasciano sbaragliare e prendono la fuga. Col favore però della loro cavalleria la quale non era stata battuta, rientrano in buon ordine nella loro città. Gli Ateniesi allora presentatisi davanti a Messina, e v’impiegano inutilmente tredici giornate, ma difettando di vettovaglie, si ritirano a Nasso donde deputano a Cartagine, ad Atene, alle città d’Italia sulle spiaggie del mar Tirreno, ad Egesta ec. onde procurarsi denaro,.cavalleria, armi e quant’ era necessario per formare la circonvallazione di Siracusa. I Siracusani dal cauto loro rinova-no le antiche loro alleanze con Corinto e Laccdemonia, e danno opera di fortificar Siracusa. I Corintii promettono loro soccorso. Laccdemonia a ciò persuasa da Alcibiade, profugo e condannato a morte dagli Ateniesi, ordina a Gi-lippo di recarsi in Sicilia. Tom. III.