DELLA REPUBBLICA DI ATENE 579 dava opera a rendersi forte col mezzo di alleanze. Lace-demonia strinse lega colla Reozia. Atene dal canto suo si unì con Argo, Elide e Mantinea. Ma siccome l’una temeva a vicenda dell’altra, non si venne a guerra dichiarata, nè ebbero luogo che sorde ostilità, aspettandosi l’occasione di farle scoppiare apertamente. Alcibiade vedendo gli Ateniesi incapaci di riposo, fece nuove istanze per indurli ad acconsentire alla domanda che gli Egestani, popolo di Sicilia, aveano lor fatta l’anno precedente, di soccorrerli contro que’loro vicini, dei quali fossero malcontenti. Niente era più lusinghiero della prospettiva ch’egli otfri-va loro in tale occasione; dicevasi che la conquista della Sicilia, trascinerebbe seco pur quella di Cartagine, ed estenderebbe anche il dominio di Atene su parecchie città d’Italia. L’eloquenza con cui Alcibiade espose questo progetto sedusse il popolo. Ma Nicia meno impetuoso e più riflessivo di Alcibiade, altamente tacciò di chimerico un tale progetto, e procurò di far sentire agli Ateniesi le sciagure alle quali e-sponevansi coll’adottarlo. Ma ciò fu indarno; il parere di Alcibiade prevalse, e Nicia stesso venne nominato generale della spedizione-proposta, essendoglisi dati per colleglli Alcibiade e Lamaco. La squadra che n’era incaricata stava pronta alla vela (41 5), quando le statue di Ermete, di cui n’era-gran numero, si trovarono tutte mutilate ed atterrate. Questo sacrilegio gettò lo scompiglio in Atene, e il sospetto cadde su di Alcibiade con tanto maggiore verisimiglianza che sapevasi aver egli in una partita di gozzoviglia contraffatto i misteri d’Eieusi, ed esercitate le funzioni di gran sacerdote. Citato su di ciò dinanzi al popolo, apparecchiavasi ad arringar la sua causa egli stesso; ma i suoi nemici fecero sospendere il giudizio col pretesto eli’ era urgente la partenza della flotta. Egli dunque imbarcossi, e la squadra, fatta vela verso Catania, s’impadronì di questa piazza, donde fece diverse invasioni di poco momento nei dintorni. Ma i nemici di Alcibiade, avendo rinnovellate, tosto ch’egli si fu allontanato , le loro accuse contro di lui, ottennero un ordine che si fece a lui giungere, di ritornar prontamente ondi; giustificarsi. Quelli ch’erano incombenzati di ricondur-