DELLA SICILIA 4a5 Alcuni storici gli danno novantacinqu’ anni di vita, altri settantadue. Meno ancora si è d’accordo intorno alle buone sue qualità. Gli autori contemporanei in parlando di lui non ascoltarono che la riconoscenza o l’odio. Sembra non potersi ricusare a questo principe l’eloquenza, e il valore. Viene rimproverato con ragione della sua perfidia e crudeltà, nè può negarsi che sotto il suo governo la Sicilia non sia stata infelicissima. (Giust. I. xx.) LA DEMOCRAZIA RISTABILITA IN SIRACUSA. Menone impadronii- volendosi dell’ autorità sovrana e rendersi padrone in Siracusa, si reca al campo di Archa-gate, lo uccide a tradiménto, e induce l’armata a riconoscerlo per generale. Iceta s’oppone ai disegni di Menone : la democrazia viene ristabilita in Siracusa. I soldati stranieri essendo stati dimenticati nella ripartizione degli impieghi, ribellansi: la guerra si compie colla loro uscita della Sicilia : si ritirano a Messina, ne uccidono o scacciano gli abitanti^ e s’impadroniscono de’loro beni. Essi erano della Campania, ma attribuivansi sin d’allora il nome di Mamertini, cioè a dire guerrieri. Iceta, eh’ erasi fatto nominar generale di Siracusa, si mantenne in questa carica per nov’anni, in capo ai quali fu espulso da Timone. 280. Tinione si rende signore dell’ isola mentre Sosi-strato occupa il restante della città. Si accende la guerra civile nella stessa Siracusa. I Cartaginesi si portano ad assediarla per terra e per mare. Tinione e Sosistrato si riconciliano e deputano a Pirro re d’Epiro, genero di Aga-tocle, onde pregarlo di venire in loro soccorso (278). 277. Pirro accettato il posto di generale delle armate Siciliane giunge in Sicilia con buona squadra. Egli riesce dapprincipio in ogni sua impresa, e scaccia i Cartaginesi dovunque. Tutti i Siciliani lo adorano, ma cangiando improvvisamente di condotta, egli si attira giustamente il rimprovero d’ingratitudine e di perfidia. Attorniato da som- Tom. III.