CANTI ILLIRICI 301 Spezzarono, e le punte spersero. Poi le acute spade hanno tratte 460 Per giuocar la guerresca prova. Or vedessi Strainic il bano Quale spada egli ha a lato! Batterono la spada due fabbri, Due fabbri e tre garzoni, 465 Da domenica all’altra domenica. D’acciaio la spada rifusero: In forte lama azzeccarono. Il Turco impugna, e attende il bano. Sulla spada la spada attese di lui: 470 La spada a mezzo gli taglio. Ciò vede il bano, e si disconforta : Irato piega di qua e di là, Gli potesse il capo mozzare, O al Turco le mani ferire. 475 Lotta il guerrier nel guerriero: Non si lascia il Turco il capo recidere, Non si lascia le mani offendere; Ma si ripara con quella mezza: Quella mezza da collo si mise; 480 E il collo suo difendeva. E del bano la spada rintuzza, E ne porta via a pezzo a pezzo. (459) Povadìli: quasi pertrahere, perducere. Dipinge il moto dell’atto. (460) Lett. per dividere Veroico certame. Riguarda l’onore della battaglia come bene da averne ciascuno sua parte. (464) Lett. Ajutatori. (467) Ostrizu : come dire forticina. Diminutivo di vezzo. (471) Razradova. Composta in modo analogo alla voce italiana. (472) Savi: ha origine da viti; affine a vinteti e vincio de’ Latini : e analogo dei sensi italiani di volgere, avvolgere, e simili. Il testo dice : forte si piega, cioè con agile veemenza. (479) Armeggiava con essa dintorno dal collo.