DEI PATRIARCHI EC. de’Bogomili. Verosimilmente al suo tempo Anseimo vescovo di Ilavelberg nella Marca di Brandcburgo venuto in ambasciata a Costantinopoli per parte dell’imperatore Lotario, ebbe una disputa pacifica coll’arcivescovo di Nico-media intorno lo scisma de’ Greci. Vedesi dalla relazione pubblicata posteriormente da Anselmo, e che trovasi inserita nel Tomo I. dell’edizione in folio dello Spicilegio p. 161 che l’imperatore Giovanni Conneno e il patriarca vollero che si tenesse intorno a ciò una pubblica conferenza. Risultò da questa si procurasse di adunare un Concilio ecumenico per definire le controversie dei Latini e dei Greci, locchò non permisero le circostanze di eseguire. Da ciò si può conchiudere che Leone Stipiotto non era assolutamente opposto alla riunione delle due Chiese. Ma quello clic prova essersi lui mantenuto nello scisma si è il titolo di santissimo che gli dà Balsamone scismatico deciso. Leone abdicò l’anno i i/p dopo 8 anni c mezzo di governo. LXXXV. MICHELE II detto CURCUA. n43. MICHELE, detto Curcua ed Oxita, superiore del monastero di monte Sant’ Auxcnce nella Bitinia nell’isola di Oxia, fu l’anno ii43 posto in luogo del patriarca Leone dall’imperatore Manuele Conneno, cui incoronò pochi giorni dopo la sua ordinazione. Questo principe nell1 uscire di Chiesa depose sulla tavola delle offerte 100 scudi, e altrettanti ne assegnò al clero a titolo di pensione annua, locchè occasionò grandi evviva. Nell’ anno seguente Michele condannò in un Concilio Nifone, clic rinnovava l’eresia de’Bogomili e pronunciò contra lui e i suoi settarii la pena del fuoco, lo che viene da Teodoro Balsamon celebre canonista della Chiesa greca biasimato come un attentato alla podestà temporale sola padrona, com’egli dice, della vita de’suoi sudditi. Rapporto a Nifone non si fece che rinchiuderlo dopo avergli tagliata la barba. Nell'anno 1146, 2 anni, e 8 mesi dalla sua intronizzazione, Michele scorgendo il poco frutto che produce-vano le sue istruzioni e i suoi csempii abdicò la sua di-