DEI PAPI u7 scomunicarli. Ma queste minacce rimasero senza effetto in Francia. Non fu però così in Allemagna. La fermentazione eccitatasi contro Enrico rendeva gli spiriti molto disposti a prendere contro lui tutte le impressioni che il papa voleva dar loro. Gregorio profittò di tali disposizioni per prendere al varco questo principe , e condurlo al suo scopo. Il mezzo di cui egli abusava e-ra l’invstitura nelle prelature; cerimonia colla quale conferendo al prelato nuovamente eletto P anello e il "pastorale, lo poneva al possesso temporale della sua Chiesa. Gregorio a toglier il male dalla radice , adunò nella quaresima dell’anno 1074, un Concilio, in cui fu proibito a qualunque prelato di ricevere l'investitura da mano laica. Questo decreto riguardava egualmente tutti i sovrani. Ma per non trarsi addosso tanti nemici ad un tempo, il papa si limitò a spedirlo al re di Germania ingiungendogli di conformarvisi. Enrico, intento allora a domare i Sassoni che gli si erano ribellati, promise al papa tutto ciò che voleva. Ma dopo aver trionfato dei ribelli, egli ripigliò le sue prime pedate. L’anno 1076, nel dì 8 gennaio Gregorio gli scrisse per sollecitarlo ad eseguire le sue promesse; ma Enrico olfeso della sua lettera tenue nella settuagesima un’ assemblea di prelati a Worms , la quale osò condannare il papa e deporlo. Gregorio dal canto suo raccolse un Concilio in quaresima e scomunicò Enrico. Questa lettera produsse il suo eiietto. Gran numero di personaggi distinti, alla cui testa Rodolfo duca di Svevia e Guelfo duca di Raviera con due legati, si raccolsero il 16 ottobre a Tivoli colla mira di deporre il re ed altro eleggerne. Enrico per trarsi da questo pericolo promise ogni cosa. Si richiese ch’egli dovesse farsi assolvere dalla scomunica entro l’anno ed il giorno. Egli parte per conseguenza prima di Natale con sua moglie e suo figlio ancora fanciul- lo per recarsi in Italia. Giunto al castello di Canossa in Lombardia, ove era il papa, vi restò tre giorni, senza poter aver accesso al pontefice, il quale finalmente ammessolo all’udienza gli accordò l’assoluzione sotto le clausule e condizioni contenute nell’ atto 28 gennaio 1077. Ma i5 giorni dopo Enrico rinnovellò le antiche pretese. I Grandi allora non osservarono più misure. Radu-