CANTI ILLIRICI 183 Nutricala, madre, com’hai fatto me; Accasala come creatura tua: Che ci acquistiam degli amici, madre. — 70 La tenne la vecchia Gevrósima, La tenne e accasò In Runico la bianca città, Nella grande casa de’ Disdari, Tra nove carnali cugini. 75 Quindi Marco acquista amici. Venne sovente a veder la sorella, Come sua vera sorella di sangue; E sovente ci bevve vino. (71) Udomila — ac-casare. — Affine a domus. (76) Questo canto dell’Erzegovina a Marco dà due sorelle carnali. Un falco trasvola di Budua la città: Gialleggiangli i piedi infino allo stinco, D’oro le ale infino da collo; E in capo aurea piuma. Domandarongli di Budua le fanciulle : O, se tu viva, candido falco nostro, Chi è che i tuoi piedi ingiallì? Chi le tue ale dorò? Chi la piuma ti diede? — L’ale svolazza, col becco parla: Iddio vi salvi, di Budua fanciulle. Servii buon Signore, Il signore Cralievic Marco: A Marco sono due sorelle giovanette; L’una i piè mi fe’ gialli, L’altra le ale mi dorò; Marco la piuma mi diede.