32 tello: o s’azzuffano, s’atterrano, si strozzano; o si stracciano il collo co’ denti. Il più celebre eroe è Marco Kraglievich: di grande statura, di mirabile forza: uomo giusto, schietto, generoso, amico sincero. Pronto all’armi, ma non crudele se non aizzato. Rotto di costumi e gran bevitore. Il suo cavallo macchiato, sovente è mentovato ne’ canti, anch’esso bevitore di vino. Lo dipingono in atto d’inseguire per aria sopra lance rizzate una Vila che l’aveva ferito. E colla mazza la colse, nè la lasciò che la non gli promettesse ne’ pericoli aiuto. Visse censessant’ anni ; second’ altri, trecento. Altri imagina che dopo l’ultima battaglia si ritraesse in una caverna, quando vide la canna del primo moschetto. Dio a lui pregante diede un sonno che non si romperà se non quando gli cadrà da sè la spada dal fodero. Si sente talvolta il suo cavallo nitrire; e la spada è già mezza fuori. Oli era figliuol maggiore di Vucassino governatore e capitano sotto Stefano Dusciano, e, lui morto, re. Vucassino volle togliere il regno a Urosio V figliuolo del benefattore suo: Marco, a ciò contrastando, fu cacciato dal padre. Il qual poi nel 1367 ammazzò Urosio l’ultimo de’ Nemànidi. Marco andò allora a servire Amuratte I, infino in Arabia: così dice il canto. Nella battaglia d’Ancira salvò Solimano figliuolo di Baiazette. Ammazzò (cantano) un visire con dodici de’ suoi, che aveva ad un falcone suo rotta un’ala. Spaventò lo stesso sultano, presentandoglisi con la mazza e la pelliccia a rovescio dopo la morte del padre. Quegli lo consola e gli dona. Singolare che un Serbo combattente pe’ Turchi sia fatto l’eroe degli Illirici Cristiani. Ma questi in lui onorarono lo schietto amico del principe suo, il gran guerriero. I Serbi Turchi scelsero a eroe un Ergna Mujo, o Mu-stafà, e lo cantano vincitore di Marco Kraglievich; come lui, valoroso, bevitore di gran brocche di vino, mangiante in un pasto novanta libbre di castrato, venti di pane ; e