226 CRONOLOGIA STORICA eli lezione ai nepoti dei papi futuri di non abusare del loro favore ed autorità. Ma le persone chiaroveggenti, dice Muratori, non durarono difficoltà ad accorgersi che un rigore così eccessivo non era proprio del carattere di Pio IV, e che vi era stato sospinto dal re di Spagna di lui benefattore, a cui i Caraffa s’ erano vantati di far perdere il regno di Napoli. Nel giorno 20 dicembre i56o Pio IV, udendo minacciarsi in Francia la convocazione di un Concilio nazionale, pubblicò una bolla per la continuazione di quello di Trento, del quale invitò alla sessione 17.® per la settimana di Pasqua dell’anno i56i : nello stesso tempo fece muovere nunzii per tutte le corti dei principi acciò vi spedissero i loro vescovi ed ambasciatori. Il Concilio ripigliò le sue operazioni il r8 gennaio i56a colla «7.* assemblea, e finì il 4 dicembre 1563 colla 25.“ Nel giorno 26 gennaio 156»4 fu da Pio IV, pubblicata nel concistoro una bolla clic ratificava il Concilio, e il i3 novembre dell’anno stesso un’altra ne diede contenente una professione di Fede assai estesa, con ordine di farla so-scrivere da tutti i beneficiarli e superiori tanto secolari che regolari. La formula è quella stessa di cui si vuole la firma da tutti gli eretici che rientrar vogliono in seno della Chiesa c da tutti quelli la cui fede è sospetta. Niente di più loro ricercasi, e parecchi teologi opinano che sarebbe inutile ed anche pericoloso di aggiungervi nuovi formularii. Nel mese di gennaio del susseguente anno fu scoperta a Roma una congiura che die’ben a vedere quanto potesse allora il fanatismo. Benedetto Accolti, figlio del tu cardinale Accolti, il conte Antonio Canossa, Taddeo Manfreddi, il cavalier Pellicioni, Prospero Pittorio e parecchi altri, tutta gente di cattiva vita, s’imaginarono di conoscere col mezzo di celesti rivelazioni che il successore di Pio IV, sarebbe il monarca del mondo, e eh’ egli stabilirebbe dovunque la sola religione Cattolica. Per affrettar dunque un tale avVenimento, questi visionarli concertarono l’assassinio del papa, persuadendosi di ottener ciascuno dei principati come se essi fossero stati i nipoti di colui stato loro predetto. Di già stabilivano anche quali di essi dovevano loro sortire: cioè al conte Antonio il dominio di Pavia, Cremona a Manl'reddi, a Pellicioni la città