DEI PAPI ti all’ imperatore di un pomo d1 oro ornato di due cerchi di gemme e sormontato da una croce d’ oro. Enrico ne ringraziò il pontefice e spedì il dono a Cluni. Più che non erasi sperato fu utile ai Romani cd alP Italia il governo di Benedetto. Egli adunò nell’anno :oi6, tutti i veicovi e i difensori delle Chiese per andar ad attaccare i Saraceni che erano penetrati nella Toscana. Questi infedeli ebbero la superiorità pel corso di 3 giorni , ma poscia battuti presero la fuga e furono tutti sino all’ ultimo uccisi. Si troncò il capo alla loro regina caduta nelle mani dei vinti. Il suo sposo eh’ era stato uno dei primi a fuggire, sdegnato di tal trattamento e della perdita delle sue milizie , mandò ai papa un grosso sacco di castagne e gii fé’ dire dal portatore che l’anno seguente condurrebbe seco altrettanti soldati: il papa gli spedì in risposta un piccolo sacco di miglio, accennando con ciò eli’ci vi troverebbe altrettanti e più ancora armati, ov’ egli ritornasse. Questi s’era ritirato in Sardegna, ove per vendetta fece crocifiggere molti Cristiani. Benedetto lo fece di là sloggiare co’ suoi col mezzo dei Genovesi e de’ Pisani da lui indotti a confederarsi seco per tale spedizione. L'anno 1020 egli fece un secondo viaggio in Allcma-gna ad istanza dell’imperatore, e il giorno 14 aprile che era il giovedì santo, giunse à Bamberg. Prende errore Pagi rapportando questo viaggio all’anno 1019, poichù in quest’ anno Pasqua ricorreva il 29 marzo. Benedetto si restituì a Roma con un diploma dell’ imperatore il quale conteneva la conferma delle donazioni fatte alla Chiesa romana da’suoi predecessori della città di Roma, dell’esarcato di Ravenna ec. Questo papa morì l’anno 1024, verso la fine di luglio dopo un pontificato di 12 anni, e alcuni giorni. Sotto questo papa il famoso musico Gui, monaco di Arezzo, inventò le linee della solfa, e le sei note ut, re, mi, fa, sol, la, col cui mezzo un fanciullo in pochi mesi impara ciò che un uomo apprendeva appena in più anni co’ punti e le lettere , che tenevano luogo per l’avanti di note. Vander Putten, che latinizzando il proprio nome si taceva chiamare Erycius Puteanus, aggiunse nel seco- lo XVI una settima nota, cioè la si, alle sei dell’Aretino