DEI PATRIARCHI EC. 3;t fircziose storte ed altri paramenti di sua Chiesa senza alenare di averne impiegato il prezzo a sollievo dei poveri nei tempo di estrema carestia. In tal guisa un’ azione eroica iu convertita dalla malignità in un delitto. Di questo iniquo giudizio appellò Cirillo iad un tribunal superiore; e questo appello approvato' dall1 imperatore fu ammesso l1 anno 35y nel Concilio di Seleucia , ove Cirillo venne ristabilito sulla sua Sede, e deposto il suo persecutore. Ma i maneggi di quest’ ultino favoreggiato dagli Ariani fecero provare al vescovo di Gerusalemme 1’ anno 36o nel Concilio di Costantinopoli una nuova deposizione che fu seguita da un nuovo esilio. Richiamato sul finir dell’ anno 361 dall’imperatore Giuliano in un agli altri vescovi sbanditi sotto Costanzo , governò pacificamente la sua Chiesa sino al 367. Allora egli si vide obbligato di lasciarla per la terza volta in virtù dell’editto di Valente che mandava in bando tutti i preti che Giuliano avea richiamati. Durante la sua assenza, che fu di oltre n anni, la Sede di Gerusalemme fu successivamente invasa da Ireneo e da Ilarione. Nell’ anno 378 egli ebbe parte al richiamo di tutti i vescovi esiliati, con cui Teodosio consacrò le primizie del suo impero. Egli nel 381 intervenne al Concilio generale di Costantinopoli, soscrivendonc gli atti. Finalmente dopo 35 anni di un episcopato assai procelloso morì tranquillo in mezzo al suo popolo il 18 marzo 386; giórno in cui la Chiesa latina e la greca celebrano la sua memoria. Di lui ci rimangono ventitré Catechesi che contengono un esposizione semplice chiara ed esatta della dottrina Cristiana. Le prime diciotto sono indiritto ai Catecumeni e le altre ai Neofiti ossia nuovi battezzati. L’ edizione clic ne diede nel 1715 D. Agostino Touttèe non fa soltanto l’elogio del tipografo come pretendono i giornalisti di Trevoux, ma assicura altresì all’editore un posto distinto nella letteraria repubblica.