48 CANTI ILLIRICI Vidosava, mia fida moglie; Io stanotte un mirabile sogno sognai. Spiegarsi un velo di nebbia 140 Dalla maledetta terra di Saba; Poi s’avvolge attorno al Dormitore. Io davo dentro a questo velo di nebbia Co’ miei nove cari fratelli, E co’ dodici primi cugini, 145 E i quaranta cittadini cognati. Nella nebbia, o amata, ci siamo disgiunti; Disgiunti, nè poi ricongiunti. Iddio sa che; ma bene non sarà. — Dice a lui la moglie Vidosava: 150 Non m’aver paura, dolce signore, Buono eroe buon sogno sognò. Sogno è menzogna, e Dio è verità. — S’apparecchia Moncilo il capitano : Poi scende dalla candida torre. 155 L’aspettano i nove cari fratelli, E i dodici primi cugini, E quaranta cittadini cognati : E la moglie fuor gli conduce il bianco cavallo. I buon’ cavalli pigliarono ; 160 Uscirono a caccia nel Gezero. Quando furono vicino del Gezero, Gli circonda quella forte schiera. (139) Prameti proprio fiocco. (140) Erzegovina. (146) Ljuba. Quanto affetto in questa parola, posta qui! (154) Pa on sigie. L’on, egli, talvolta è soverchio, e direbbesi francesismo* Il pa, poi, nel principio del verso è frequente come le particelle in Omero. E talvolta forse intruso. (155) Di Didone andante alla caccia: . cunctantern ad limina primi Poenorum exspectant .... Tandem prògreditur. . . . [Aen. IV, 133].