DEI PATRIARCHI EC. 2^3 XVII. SAN PIETRO. 3oo. PIETRO, fu eletto tra il a3 agosto e il 25 novembre per succedere a san Tlicona. L’anno 3o3 fu posto prigione con parecchi vescovi, preti, diaconi e laici nella persecuzione di Diocleziano. Melecio, vescovo di Li-cople nella Tebaide, si prevalse della cattività di Pietro per esercitar le funzioni episcopali nella sua diocesi. Il prelato e i compagni della sua carcere gli scrissero invano per rimproverargli la temerità di tale usurpazione. La sua ostinazione determinò Pietro a sospenderlo dalla comunione dei fedeli con una lettera indiritta al suo clero ed al suo popolo (Saccarclli ). Melecio stesso fu avviluppato nella persecuzione, e non ne usci con onore. Siccome egli non era meno arrogante, fu deposto da Pietro P anno 3o5, o 3o6 in un Concilio, dopo averlo convinto d'apostasia e d’altri delitti. Allora cominciò lo scisma di Melecio clic durò circa i5o anni e produsse grande scompiglio in Egitto. Parecchi di que’ch’ erano caduti sotto la persecuzione si rivolsero a Pietro, ed egli pubblicò nel 3o6 uria lettera canonica intorno la maniera con cui cort-venia diportarsi verso di essi seguendo le diverse circostanze della loro sciagura. Melecio, a cui un resto di pudore avrebbe dovuto imporre silenzio, osò tacciare di rilassatezza le regole stabilite in questa lettera, e trovò partigiani. Ma la persecuzione clic si rinnovò Panno 311 sospese la querela. Il cesare Massimino Daia che trovavasi in Alessandria, condannò a morte senza formalità Pietro e tre de’ suoi sacerdoti che vennero decapitati il 29 del mese athyr, cioè a dire il 25 novembre dell’anno stesso. XVIII. SAN ACHILLA. 311. ACHILLA, ordinato prete c posto da san Pietro alla testa della scuola di Alessandria, lo surrogò verso la line dell’anno 311 sulla cattedra di questa Chiesa. La prudenza non era iti lui eminente. L’anno 3i2 egli ammise alla comunione ecclesiastica il diacono Ario, da cui T. II. j8