84 CRONOLOGIA STORICA Roma. Carlo prese la risoluzione di recarsi in Italia, e partì effettivamente nel mese di maggio 877. Il papa gli corse incontro e raggiuntolo a Vercelli si portarono insieme a Pavia, donde a Tortona dietro la nuova che Car-lomano nipote di Carlo veniva a piombar sugli infedeli con un esercito. Marciò Giovanni verso Roma frettolosamente con un crocifisso d’oro tempestato di pietre dall’imperatore regalato a san Pietro. Non avendo avuto da Carlo soccorso contro di loro e nemmeno sperandone, fu obbligato di venir con essi a trattativa, colla promessa di un tributo di venticinque mila marche d’argento all’anno. Lambert, duca di Spoleto stato troppo tardi spedito da Carlo con truppe per dar la caccia a quegl’infedeli, si ripiegò contro Italia e contro Roma colla forza ch’egli s’ avea in mano per difenderle. Le stragi praticatevi obbligarono papa Giovanni di passare in Francia, ove giunse 1’ 11 maggio 878 in Arles, e vi fu accolto con grandi onori dal duca Boson e sua moglie, che Io accompagnarono sino a Troyes, ove recavasi per la tenuta di un Concilio. Peraltro il rispetto dovuto alla sua dignità, non lo guarentì dalle ruberie che allora commettevansi impunemente in tutto il regno. A Chàlons gli si involarono molti de’ suoi cavalli, ed a Flavigni i domestici che Io serviano gli derubarono una scudclla d’argento destinata per uso suo. Il pontefice riguardando come altrettanti sacrilegii questi furti, fulminò sentenza di scomunicazione contro coloro che potevano esserne stati gli autori. Il 7 settembre, egli coronò il re Luigi il Guercio che lo era già stato Panno precedente da Hincmar di Reims. Ma non è vero ch’ei gli abbia dato, come asserirono alcuni moderni, la corona imperiale. Nell’anno 879 Giovanni sollecitato da Basilio imperator di Costantinopoli, acconsentì di riconoscere per legittimo patriarca Fozio, ch’era risalito sulla sede di Costantinopoli; con tale disegno egli rispedì gli ambasciatori di questo principe con legati muniti di lettere favorevoli all’usurpatore, riconoscendolo a vescovo, confratello e collega nella dignità patriarcale. Permise nell’anno stesso a san Metodo, apostolo de’Moravi e degli Slavi l’uso della lingua schiavona nella celebrazione del sagrifizio divino. Morì Giovanni Vili il i5 dicembre