DEI PATRIARCHI EC. tempo, destinandolo alla vita monacale, lo aveano fatto eunuco dall’ infanzia. Fortunatamente la sua vocazione corrispose ai loro dcsidcrii. La scienza e la virtù da lui acquistate nel suo monastero furono le sole raccomandazioni eh’ egli ebbe pel patriarcato. Apparteneva per diritto di posto al metropolita di Eraclea di consacrarlo, ma essendo questo prelato in disgrazia dell’ imperatore, gli fu sostituito quello di Cesarea. Non se ne seppe grado a Po-Iicutto di aver acconsentito a tale innovazione. Egli accrebbe il malcontento inserendo nei dittici il nome di Eutimio, da cui era stato levato per aver ammesso alla comunione P imperatore Leone. Polieutto meno cortigiano che vescovo perdette pure la buona grazia di Costantino per essersi presa la libertà di fargli alcune rimostranze sulle male vessazioni de’ suoi, che oppressavano la Chiesa e P impero. Teodoro, vescovo di Cizico, personaggio potente per maneggi si prevalse di tali congiunture per sollevare una parte del clero; e l’imperatore sedotto dalle sue cabale cercava l’occasione di deporre il patriarca, quando la morte di quel principe accaduta 1’ anno g5g dileguar fece cosi obbliquo divisamente. Polieutto visse tranquillo sotto i regni susseguenti e morì il io gennaio 970, dopo aver coronato nelle feste del precedente Natale l’imperatore Giovanni Zimisco. LXX. BASILIO I detto lo SCAMANDRINO. 970. BASILIO, solitario del monte Olimpo, nel dì i3 febbraio 970 salì la Sede di Costantinopoli da lui tenuta per lo spazio di circa 4 anni; in capo ai quali ne fu scacciato l anno 974 dall’imperatore Zimisco sopra falsa accusa. Invano reclamò egli un Concilio ecumenico per essere giudicato giusta i canoni. Lungi di annuire a domanda sì giusta fu relegato in un monastero da lui edificato sullo Scamandro, per cui ebbe il soprannome di Scamandrino. Egli finì i suoi giorni santamente.