DEI PAri 199 rono anatemi dal fondo delle loro celle contro il legato e i suoi aderenti. I sacerdoti chiusero le Chiese a que’ che aveano assistito in salita Sofia alla celebrazione dei mistc-rii nel giorno in cui il legato avea preteso di solennizzarne l’unionc; nessuno voleva por piede nella patriarcale che tenevasi per profanata: il falso zelo era trascorso anche nella feccia popolare ; vedeansi le taverne formicolar di artigiani i quali col bicchiere in mano anatemizzavauo il papa e gli azimiti, che così chiamavano i Latini. Col mezzo del legato s’intese a Roma tutte le dimostrazioni di odio, di cui il ricolmavano. Nicolò ben si astenne dall’a-doperare il suo credito, ed ancoi meno le proprie forze contro nemici così contumaci, e gli abbandonò di buon grado a coloro cui egli riguardava quali ¡strumenti dei decreti divini. L’avvenimento verificò la sua predizione colla presa di Costantinopoli che cadde in potere dei Turchi il 29 maggio dell’anno 1453. Il dolore che provò il pontefice non ebbe più tregua, e di molto contribuì alla sua morte accaduta l’anno 1455 nel dì 24 marzo. Egli avea occupata la santa Sede 8 anni, e jg giorni dalla sua elezione. Questo papa amante delle lettere da lui coltivate in tutto il corso di sua vita, aprì in Roma un asilo agli scienziati di Grecia costretti dal furor Mussulmano a andar profughi dalla patria. Essi recarono seco in gran copia preziosi manoscritti greci ed ebraici, di cui egli arrichì la biblioteca di Valicano. Ordinò anche che ne venissero fatte delle versioni latine spezialmente delle opere dei padfi greci. A lui pur deve Roma il ristabilimento e la decorazione di parecchie Chiese, tra le altre della basilica di san Giovanni in Latcrano. e di quelle di santa Maria Maggiore, di san Paolo, di san Lorenzo, e di san Stefano. Attesta Infcssura , scrittore contemporaneo ch’egli nell’anno 1451 ristaurar fece le mura, le porte e le torri di Roma, il Campidoglio cd il castel sant’ Angelo. Sorprendo assai clic un papa sì buono e sì zelante del pubblico bene, possa essere stato oggetto di una congiura. Eppure gli venne ordita da un nobile romano, Stefano Porcaro. Nicolò che conosceva il suo umor turbolento, per provvederne agli elTetti, 1’avea relegato nel Bolognese. Al-