DEI PAPI 7* sino al 25 dicembre dell’ anno jg5. Questo pontefice univa ai carattere fermo degli antichi Romani la politica più fina. Carlo, re di Francia, di cui Adriano avea implorato il soccorso contro Didier re de’Lombardi, venne in Italia alla testa di un’armata l’anno 773, e fece l’assedio di Pavia che durò 8 mesi. Durante questo intervallo Carlo si recò a Roma, ove fu accolto come il liberatore dell’Italia: egli vi passò l’inverno e la quaresima dell’anno 774. Fu allora ch’egli confermò e accrebbe la donazione e la giunta fatta da Pipino alla Chiesa di Roma. L’oggetto di questa do nazione e l’aggiunta fattavi da Carlo è degna di essere particolarmente sviluppata. Essa consisteva nell’esarcato di Ravenna e la Pentapoli tra il mare Adriatico e l’Appennino, dall’imboccatura dell’Adige sino ad Ancona con una parte della Tuscia dall’imboccatura del fiume Cecina sino a quella di Murta-Fiume, rimontando dal mare alla sorgente del Tevere, spazio che rinchiude il ducato di Perugia lungo la riva destra di quest’ ultimo fiume. Adriano fu un pontefice caldo per la purezza della dottrina e la decenza del culto. Egli scrisse ai vescovi di Spagna contro gli errori di Felice d’Urgel che cominciarono a scoppiare verso P anno 783. Spedì nel 786 una legazione in Inghilterra per ristabilirvi e confermarvi la Fede. Nel 787 presedette col mezzo de’ suoi legati al secondo Concilio generale di Ni-cea. Una infedele versione dei decreti di quest’ assemblea intorno alle Imagini sacre avea scandalezzato i vescovi di Francia e Catiomagno, 0 alcun altro di suo ordine , gli impugnò con isgarbo e poca esattezza in un' opera conosciuta sotto il titolo di Libri Carolini. Adriano vi rispose con una lettera degna della saggezza e moderazione di questo pontefice. Essa però non potè giungere a dissipare le preoccupate opinioni dei vescovi Francesi, come si fece aperto nel Concilio tenuto l’anno 794 a Francfort. Carlomagno dopo aver a se sommesso l’anno 787 Adel-giso duca di Benevento fece donazione alla Chiesa romana di x\quino, di Teano, e di alcune altre città cui il duca era stato obbligato a cedere. Vi aggiunse altresì sei piazze in Toscana, la cui principale era Viterbo. Adriano, allettando gran disinteressamento, era sollecitissimo per aumentare il patrimonio della sua Chiesa. Nò lo era me-