CANTI ILLIRICI 293 (Egli va allora come soldato). Il sultano mi dà guerriero e cavallo, E mi dà lucente armatura. Scrivemi del sultano il visire, Ch’ i’ son soldato al sultano in vita. 250 E tu, bano, oggi a me giungi Per pigliare il tuo credito: E io, bano, nè un soldo non ho. O Strainic, mal capitasti! Che tu vieni per perire, o folle, 255 A Cossovo nell’imperiale oste. — Guarda il bano, e conosce il derviscio: Dal bianco cavallo smontò, E abbracciò il vecchio derviscio: Fratello in Dio, vecchio derviscio, 260 I’ ti fo presente del credito mio. I’ non cerco, fratello, nè un soldo; Nè cerco il tuo debito: Ma cerco il forte Alì Che m’ha le case atterrate, 265 Che la moglie m’ha presa. Mostrami, vecchio derviscio, Mostrami il mio nemico. Per il nome di fratello, ripregoti, Non m’additare all’oste, 270 Non la turca oste mi stringa. — Ma il derviscio per Dio giurava: O aquila, Strainic bano, (249) Dice al, non del. Che indica devozione intera, ma non servitù. (251) Dugovanje, vale e debito e credito. E anche debito, viene da habeo. (252) Lett. un danaro. (258) Zagherli più di gherli: complectitur più d'amplectitur. (270) E prenda vivo. (272) Il testo dice falco.