DEI PATRIARCHI EC. 47i inarcale la notte del 16 ottobre iag3, e recossi al monastero di Cosmidion, donde mandò all’imperatore l’atto della propria dimissione. CXIV. GIOVANNI XII. 1294. GIOVANNI, nativo di Sozople, chiamato al battesimo Cosimo , vecchio venerabde, il quale dopo di essere stato lungo tempo prete e ammogliato, fattosi monaco , era divenuto superiore del monastero di Pammacariste e uno dei confessori dell’imperatore Andronico, fu ordinato patriarca di Costantinopoli il i.° gennaio dell’anno 1294. Egli era stato partigiano di Veccus e avea sofferto la prigione in difesa della sua causa, se si crede a le Quien. Ma Pachimere dice all’opposto ch’egli era stato sì maltrattato per essersi dichiarato contra la riunione, che rimase lunga pezza in catene, e non ne fu liberato se non ad istanza del patriarca d’Alessandria. Nel 1294 egli incoronò solennemente a santa Sofia Michele primogenito del-1’ imperatore Andronico, il 21 maggio, giorno in cui i Greci celebrano la memoria del gran Costantino. Ma Andronico avendo pregato il patriarca, e i prelati assistenti di aggiungere all’atto dell’incoronazione, che avea fatto loro sottoscrivere, scomuniche e maledizioni le più terribili senza speranza di assoluzione a chiunque osasse di ribellarsi contra il novello imperatore, riportò su questo argomento un rifiuto. Que’ prelati gli osservarono bastare che le leggi impongano ai ribelli pene sì rigorose che quando ne sieno convinti, il vivere divenga loro più insopportabile della morte, e non esser giusto nè conveniente per essi che devono essere pieni di compassione, di aggiungere contra que’sciagurati anche la separazione da Gesù Cristo. Andronico offeso di tale risposta pubblicò una novella per abolire i presenti che si facevano nelle ordinazioni de’vescovi , trattando di simoniaco quest’ uso. Siffatte gratificazioni erano impartite al second ordine del clero, il quale veniva con ciò a punirsi male a proposito per cosa in cui esso non avea avuto alcuna parte. I vescovi si opposero a tale costituzione, senza nulla ottenere, e il patriarca la