DEI PAPI a 65 levarsi contro i Francesi, fu deciso di condurlo a Valenza nel Delfinato. Questo vecchio rispettabile traversò le Alpi ed il monte Ginevra sostenuto da quattr’uomini senza mostrarsi atterrito dei pericoli che a ciascun passo presentava una strada scoscesa e sparsa di precipizii. I suoi capelli bianchi al par della neve che copriva quelle montagne, erano ad ogni tratto agitati da un vento freddo e piccante: alcuni ussari piemontesi mossi a compassione dell’orribile situazione di questo pontefice, gli offersero le loro pclliccie, ma egli ringraziatili con cordialità non permise mai se ne spogliassero. Appena fu giunto Pio VI, a Briancon, popolo immenso raunato sotto le finestre della sua abitazione domandò di vederlo: le grida che sollevavansi dalla folla, da una parte annunciavano minacce ed ingiurie, e dall’altra espressioni di rispetto e di amore. In questa delicata circostanza, Pio VI, si awanzò lentamente appoggiato a due sacerdoti, col corpo abbattuto da dolori, e si mostrò alla moltitudine, esclamando Ecce homo. Queste parole espresse con un sentimento di umiltà cristiana che ricevevano maggior risalto dall’età maestosa, e dalla persona di questo papa, penetrarono tutti i cuori di tenerezza, e imposero un rispetto si profondo in quelli ch’e-ransi recati per insultarlo, ch’essi stessi si prosternarono a’suoi piedi. Durante il seguito del suo viaggio Pio VI, ricevette le stesse dimostrazioni di onore e di ammirazione a Gap, a Grenoble, e a Vairon, ma appena fu giunto a Valenza morì il 29 agosto 1799, dopo una malattia di 11 giorni. 1 suoi visceri rinchiusi in urna d’oro, rimasero depositati in quella città, ma il suo corpo fu trasportato a Roma, e ricevuto in gran pompa il 17 febbraio 1802 da sua Santità Pio VII, assistito da diciotto cardinali. Delille disse di lui in verso, che fu pontefice riverito, sovrano magnanimo , spettacolo nobile e commovente e del mondo e del cielo; che colla virtù sua sublime onorò ad un tempo la sciagura, la vecchiaia, il trono e l’altare.