240 CANTI ILLIRICI 45 Ella va al re nel consiglio. Quando al padre nel consiglio fu innanzi, Domandolla d’Agiaca il re: Oh al nome di Dio, dolce figliuola mia, Che è costì che ti manca? 50 O hai poca seta o velluto, Od oro e candida tela? O bel panno Tagliato, od intero? — 55 Dice a lui la bella fanciulla: O padre mio, d’Agiaca re, D’ogni cosa assai in casa tua; Nulla non m’ è mancato : Se non che eccoti l’inchino e il saluto. 60 Quand’ode ciò d’Agiaca il re, Alla fanciulla dure parole dice: Oh cagna, e no figlia mia, Con lui ti se’, cagna, indettata. Ma, per Iddio Massimo, 65 Non lascerò di carcere Marco: Lo terrò per nov’anni Finché le vipere gli occhi gli succino, E gli scorpioni gli strazino il viso; Che gli caschin le gambe fino al ginocchio, 70 E al guerriero le braccia infino agli omeri. Quando venga a tale ambascia Marco, Io lascerò lo schiavo senza un danaro; Metterò il mendicante sulle vie, Accatti e si trovi pane. — (45) Divano. (54) Lett. Non tagliato: in pezza. (59) Ripete l’imbasciata. (73) Iznieciu: efferam: così monco.