J98 cronologia storica dalla Germania c dalla Francia. Il re Carlo VII, gl’inviò l’aiino seguente una celebre ambasceria incaricata di molte proposizioni per la pace della Chiesa. Tutto spirava favorevole a questa pace . Nicolò era pel suo carattere dolce c pacifico ad essa disposto: la desideravano le potenze secolari, in ispezieltà il re di Francia, che più degli altri vi si adoperava; discendeva Felice a ccrte condizioni che furono generosamente da Nicolò accordate, e vi concorrevano per loro parte i padri di Basilea. Perciò essa venne facilmente conchiusa. Felice rinunciò al pontificato il 9 aprile j 449 (Ved. Arnadeo Vili, e i duchi di Savoia). Il papa con una bolla del 18 giugno susseguente annunciò alla Cristianità questa grata novella. Egli ammise alla sua comunione il celebre Cardinal d’Arles deposto da Eugenio IV, si riconciliò con lui interamente e lo fece pure legato in Allemagna. Nel 1451 Nicolò die’ udienza ad un’ambasceria mandatagli da Costantino Paleologo impcrator greco con una sua Tetterà, in cui chiedeva soccorsi contro i Turchi che minacciavano Costantinopoli, ed un legato per richiamare al dovere gli scismatici. La risposta cui diede il papa all’imperatore nell’inviargli il cardinale Isidoro di nascita greco ed arcivescovo di Kio-vie, sembra essere . una predizione di quanto avvenne 3 anni dopo. Nicolò accennava si attendesse ancora per j anni a vedere se il fico che sin allora crasi inutilmente coltivato , producesse frutto, e che ove non germogliasse sarebbe svelto sino dalle radici. Il legato portatore di questa lettera trovò l’imperatore, la primaria nobiltà ed il clero dispostissimi in apparenza a secondar le viste del papa. Il decreto d’ unir le due Chiese esteso nel Concilio di Firenze fu solennemente accettato , a condizione però che quando avesse piacciuto a Dio di restituire la pace all’impero c salvar Costantinopoli dal pericolo dond^era minacciato, sarebbe il decreto stesso maturamente esaminato da persone capaci, e corretto se duopo vi fosse. A questa accettazione benché condizionata fu forza che assentisse il clero minore ed il popolo. Gli entusiasti la disapprovarono altamente, c fecero amari rimproveri a coloro che aveano condisceso alla comunione coi Latini. Monaci per dottrina e severità di costumi reverendi, vibra-