MODESTIA E CORAGGIO. Il vero valore si guarda, come da malo augurio o da marchio di viltà, dalle audace e da’ vanti (1). Marco Cra-lievic il tremendo teme lo scontro di Bogdano il bizzarro; confessa d’averlo fuggito, propone di nuovo fuggire dinanzi a lui : altri dodici cavalieri rompe e lega : venuto a fronte a Bogdano, pensa da capo al fuggire. Ma dal cuore gli viene a un tratto il coraggio. E' si ricorda d’avere giurato a’ suoi amici soccorso fraterno; e sta contro il pericolo; cauto, ma fermo. Il nemico all’aspetto di quella feroce forza, offre pace. Più alta ed eletta lode del valore, non so. Le precedenti titubanze paiono poste a dare alla vittoria risalto. La vera grandezza dal risico, dal cimento, e sin dalle cadute, si leva più libera. Mattinarono tre Serbici capitani Di Cossovo su per l’amena spiaggia: Uno era Marco di Prilipa, L’altr’era Reglia di Pàzaro, (1) A chi si vanta, e è da nulla, una canzoncina Serbica dice: Un prode ferra il cavallo possente: Videlo una rana verde, Alzò la gamba, al prode disse: Ferra e me, giovin prode; Ch’io col cavallo me ne corra sul monte. (1) Poranile. Mattinare in antico valeva cantare a mattino [Cfr. Parad., X, 141J; e rispondeva a serenata: ma il senso proprio avev’a essere o poteva, levarsi di buon mattino. Se licenza è, la mi si perdoni questa volta, pur per rendere l’unica voce serba.