DEI PATRIARCHI EC. 313 poli durante 1’ esilio del patriarca Matteo, e dopo la breve durata dei due suoi successori Gabriele, c Teofane. Melccio fu uno dei più accaloriti avversarli della Chiesa latina. Egli compose contro di essa diverse opere piene-zeppe così di fiele come di erudizione. Incerto è Tanno di sua morte. Esistono alcune sue Omelie alla Biblioteca del re. XCVI. CIRILLO LUCAR Melchita. CIRILLO LUCAR, cretcn-se o candiotto, succedette tra i Melchiti al patriarca Melccio. Questo patriarca dopo aver preso cura della sua educazione, 1’ avea innalzato al sacerdozio. Cirillo venne poscia a perfezionare i suoi studii in Padova. Ritornato in Egitto, fu spedito nelle isole dell’Arcipelago per questuare a nome di Melecio. Qnin-ci trasse in Sassonia, ove so-scrisse ad una professione di Fede luterana mercè il dono fattogli di 5oo scudi d’oro. Con questo danaro e il prodotto delle questue egli venne a capo di farsi aggiuclica-re il patriarcato di Alessandria dopo la morte diAIelecio. L’anno 1610 essendo stato Neofito patriarca di Costantinopoli esiliato dai Turchi, Cirillo si recò sul luogo acciò in sua assenza reggere cotesta Chiesa. Alla morte di Neofita egli interpose maneggi per succedervi; ed essendogli stato preferito Timoteo non cessò di tendere insidie al suo rivale, le quali riuscirono poi a far lui stesso discacciare da Costantinopoli. Egli se ne fuggì al monte Athos. Ma il gran signore emanò ordine di strozzarlo nel suo asilo, locchè lo indusse a uscir fuori. Errò qualche tempo per la Grecia. Durante il suo allontanamento i suoi amici riu- GABRIELE Vili. Jacobita. • GABRIELE di questo nome fu dai Jacobiti posto in luogo di Giovanni XIV. L’ anno i5g4 egli scrisse a papa Clemente VIII, e incaricò di questa lettera Barso arcidiacono della Chiesa unitamente a preti cd a monaci. Questi deputati trovandosi a Roma soscrisscro in suo nome il i5 gennajo i5g5 una professione di Fede "interamente ortodossa. Egli mori nel 1602.