DEI PAPI 133 rivolgersi alla corte di Roma sia per la collazione de’be-nefizii, sia per altri oggetti, gli scrisse una lettera piena di rimbrotti sulla sua ingratitudine verso la santa Sede. I due legati che ne furono i portatori glie la rimisero nella corte plenaria eh’ egli teneva a Besanzone. Federico letta che P ebbe rimase particolarmente colpito, e con lui tutta l'adunanza perchè il papa gli dicesse aver egli datagli la corona imperiale. Prendendo questa espressione alla lettera, egli rispedì sdegnosamente i legati che sostenevano la sua interpretazione, e ordinò loro di far ritorno per la via più breve (Ved. gl’imperatori). Adriano volendo allora rappattumarsi coll’imperatore, gli inviò altri legati più dei primi prudenti, che diedero a quel principe tutta quella soddisfazione eh’ ei poteva desiderare. Ma il rifiuto dato indi a poco dal papa di ratificare la scelta fatta da Federico di un arcivescovo di Ravenna, occasionò una nuova controversia tra essi. L’ una e 1’ altra delle parti scrissero lettere molto dure, e la quistione non era ancor terminata quando Adriano passò ai vita il i.° settembre n5g dopo aver tenuta la santa Sede 4 anni, 8 mesi , e 29 giorni. Questo papa fu sì lontano di arricchire i propri parenti, che non diede un obolo nemmeno a sua madre che versava nell’indigenza, e che lasciò sussistere colle carità della Chiesa di Cantorbery. Amava Adriano che gli si dicesse francamente la verità. Domandò un giorno a Giovanni di Salisbery suo concittadino che trovava-si a Roma che cosa si dicesse di lui. In quest’occasione Giovanni gli fece delle rimostranze intorno il lusso e l’avarizia della corte di Roma. Il papa procurò di scusare il disordine e approvò nel tempo stesso la libertà di colui che glielo rappresentava. Adriano alla sua volta aprì il suo cuore a quest’amico così pieno di franchezza, e gli confessò ch’egli provava nel suo pontificato molte dispiacenze che gli facevano invidiare la pace di che godeva nel suo chiostro di san Ruffo , aggiungendo eli’ egli non lo avea abbandonato se non per rassegnarsi agli ordini della previdenza. A questo pontefice risale l’origine dei mandali. Sotto questo nome s’intendono le lettere apostoliche, colle quali il papa ingiunge a un collatore di con-ierirc il primo benefizio vacante nella sua collazione , al